Dopo un periodo non facile per l’economia globale, riferendoci agli anni tra il 2019 e il 2021, i mercati hanno dato dei forti segnali di ripresa per poi ricadere in una fase negativa a causa degli sviluppi sul fronte ucraino. Probabilmente, però, i tempi difficili passati hanno aiutato a far sviluppare nuove idee di investimento e soprattutto modalità più sicure.
Infatti l’Istat ci mostra come seppur alcuni campi come l’agricoltura o la pesca stiano subendo una diminuzione del valore aggiunto a differenza dei servizi che, invece, sono in crescita. Una dimostrazione di ciò potrebbe essere appunto Tim che chiude il quarto trimestre con un positivo del 1,3%, il motivo potrebbe essere appunto il continuo utilizzo da parte delle aziende dello smart working e, soprattutto, una migliore diffusione di servizi come la fibra ottica.
Il 2022: una slot vincente
L’economia mondiale sta dando molti segni incoraggianti nell’ultimo anno, e, per fortuna, in questo trend positivo c’è anche l’Italia. In generale nel 2022 il Pil italiano è cresciuto del 3,9% grazie a una forte ripresa di più settori. Questi dati, che ci fanno ben sperare per il futuro del nostro paese, sono riportati dalla stragrande maggioranza dei media mondiali. Dunque trovare queste informazioni è alla portata di tutti, proprio come trovare casinò online che accettano Neteller.
Con i dati dei mercati italiani della chiusura del quarto trimestre, o Q4, è possibile notare come siano allineati a quelli di tutta l’eurozona. Infatti a discapito delle previsioni il Pil in zona euro è aumentato del 3,5% mentre nei restanti paesi dell’Unione del 3,6%. Va comunque ricordato che nell’ultimo trimestre la crescita è stata rallentata infatti abbiamo una crescita di 0,1% rispetto al 0,3/ precedente.
Lo stesso discorso vale per l’Italia che nel quarto trimestre ha perso 0,1 punto percentuale rispetto a prima, infatti nel terzo trimestre si era registrato un più 0,5%. Ciò è dovuto, secondo dati Istat, a una diminuzione del valore congiunto di alcuni fattori come quello dell’agricoltura, dell’industria, della pesca e della silvicoltura, mentre i servizi registrano una crescita esponenziale. La causa risiederebbe nell’impossibilità da parte dei settori italiani di rispondere positivamente alla domanda rispetto a quelli esteri, per ora in possesso di maggiori scorte.
Cosa sta accadendo in Italia?
Per ora chi ha messo a segno un buon punto è Tim, che riceve gli applausi di piazza borsa vedendo il proprio titolo volare sopra a 0.30€. Gli analisti che hanno studiato i bilanci e soprattutto i target futuri, puntando al 2025, del colosso delle telecomunicazioni hanno promosso a pieni voti il lavoro svolto finora, lasciando presagire molta fiducia per il futuro. Intanto Tim sale di 1,89% per il prezzo del proprio titolo.
Sul piano delle telecomunicazioni in Italia per adesso si parla solo di Tim dato il successo riscosso a Piazza Affari, ma non è l’unica che si sta muovendo positivamente. Sebbene Tim stia tornando nelle case degli italiani con una crescita che non si vedeva da 6 anni, anche Iliad sta lavorando molto bene. Di certo la politica aziendale della società di telecomunicazioni di origine francese e la trasparenza che mette in atto sono il suo punto di forza.
A Novembre 2022, con l’uscita del terzo trimestre raggiungeva i 9,3 milioni di clienti. Certamente la collaborazione con Fastweb per portare la fibra ottica nelle case degli italiani, con il relativo prezzo molto competitivo, le ha fatto guadagnare molto sotto tutti i punti di vista. Siamo in attesa dei dati del quarto trimestre.
La risposta all’inflazione
Se intanto Piazza Affari premia Tim, si complimenta con altre aziende, e il Pil registra segnali positivi, non si può dire lo stesso per quanto riguarda il modo in cui l’Italia dovrebbe affrontare l’inflazione. Il motivo è sotto gli occhi di tutti, o meglio dentro il portafoglio di tutti, ovvero uno stipendio che non aumenta seguendo il trend dell’inflazione.
A tirare le orecchie all’Italia, o almeno a metterci in guardia, è Fabio Panetta membro del direttorio della BCE, la banca centrale europea, e, tra l’altro, l’uomo a cui il Presidente del consiglio Giorgia Meloni, voleva affidare il Ministero per l’Economia.
In effetti lo stipendio medio italiano annuo, in trent’anni circa, è diminuito del 2,9% a differenza di altri paesi, come Francia e Germania, dove si è registrato un aumento anche del 30%. Al centro della critica di Panetta c’è un dato importante, ovvero l’italiano lavoratore e consumatore che vede il suo potere d’acquisto crollare del 10% rispetto a prima. Dunque l’economista si aspetta, o almeno in linea teorica, un adeguamento da parte dell’Italia con una manovra atta a coprire, attenzione, non completamente la percentuale mancante ma almeno una buona parte.
Il futuro
Per Panetta dunque le manovre messe in atto finora non sono abbastanza, ovvero circa 20€ in più in busta paga per chi guadagna fino a 25.000€ annui. Si augura, come anche noi, una sforbiciata più consistente al cuneo fiscale e di conseguenza un aumento degli stipendi, oltre a un rinnovamento dei contratti pubblici.
(foto anteprima https://unsplash.com/it/foto/Wb63zqJ5gnE)