Coordinati dal presidente Perrini, proseguono i lavori della Commissione di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, delle cosiddette “ Baby gang”. Nel corso dell’ultima seduta, auditi i presidenti dei Tribunali minorili di Bari, Riccardo Greco, e di Lecce, Lucia Rabboni; i Procuratori dei Tribunali dei Minorenni di Bari, Ferruccio de Salvatore, di Lecce, Simona Filoni e di Taranto, Pina Montanaro; la Segretaria regionale dell’Associazione nazionale pedagogisti, Francesca Vecere.
Parole forti e chiare quelle dei magistrati pugliesi che si occupano di minori -ha precisato il presidente Perrini – per questo un sentito grazie ai preziosi contributi offerti dai procuratori dei Tribunali dei Minori di Bari Ferruccio De Salvatore, di Lecce Simona Filoni, di Taranto Pina Montanaro, dai presidenti del Tribunale di Bari Riccardo Greco, del Gip del Tribunale di Lecce, Lucia Rabboni, ma anche della direttrice dell’Ufficio Servizio sociale per i minori di Lecce, Maurizio Solazzo, e dalla segretaria regionale dell’Associazione nazionale pedagogisti, Francesca Vecera.
E’ decisamente emerso – spiega ancoa Perrini – che è saltato un sistema valoriale, le agenzie educative tradizionali a cominciare dalla Famiglia, ma soprattutto la Scuola. Per cui il disagio minorile che diventa devianza porta non a vere e proprie baby gang in Puglia, quanto ad aggregazioni di ragazzi che spessissimo senza nessun tipo di motivazione ‘escono di casa’ per giocare con la loro vita e con quella degli altri. Di qui nasce la violenza gratuita, ma che serve a farsi notare sui social, praticamente a esistere all’interno del branco per riempire un vuoto valoriale che li porta a prendere di mira i ‘diversi’ solo per ‘rompere la noia’. In un decadimento sociale e culturale è evidente che il disagio economico influisce tantissimo, lì dove la famiglia è ‘povera’ più facile sarà anche per la malavita infiltrarsi nella vita del minore.
A tutto questo fa da contraltare l’assenza di assistenti sociali (contro i 100 di Bari, Foggia ne ha solo 4), di aiuti alla famiglia, di tirocini informativi, ma anche di corsi ai genitori, ma anche di supporto ai docenti che hanno paura di denunciare per mancanza di coraggio o per tutelare il nome della scuola.
I suggerimenti proposti a cominciare da una cabina di regia organizzata dalla Regione Puglia sia per l’elaborazione di protocolli e progetti sia per intercettare subito le situazioni più gravi, sia per trovare ai minori occasioni di lavoro e formazione.