La Commissione europea ha chiesto a tutti i dipendenti con la app di TikTok installata sui dispositivi aziendali e su dispositivi personali con accesso al servizio di telefonia mobile della Commissione di disinstallarla al più presto. Lo conferma l’esecutivo europeo dopo indiscrezioni di stampa al riguardo. Sono settimane che l’esecutivo europeo ha acceso i riflettori sulla sicurezza di TikTok, dopo l’allarme in tal senso sollevato già negli Stati Uniti, con un divieto di utilizzo sui dispositivi governativi. Ricostruzioni di stampa hanno parlato anche dell’uso del social per spiare i giornalisti. A gennaio il ceo di TikTok Shou Zi Chew si è recato a Bruxelles per incontrare diversi commissari europei. Tra gli altri il commissario alla Giustizia Didier Reynders gli ha chiesto di conformarsi alle norme sulla privacy. “Ci sono tendenze positive, ma c’è ancora margine di miglioramento”, aveva sottolineato.
“Siamo delusi da questa decisione, che riteniamo sbagliata e basata su pregiudizi – commenta un portavoce di TikTok – Abbiamo contattato la Commissione per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone che sono su TikTok ogni mese in tutta l’Unione Europea. Stiamo continuando a migliorare il nostro approccio alla sicurezza dei dati, anche attraverso la creazione di tre data center in Europa per conservare i dati degli utenti a livello locale, riducendo ulteriormente l’accesso ai dati da parte dei dipendenti e minimizzando il flusso di dati al di fuori dell’Europa”.
Lo scorso 29 dicembre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato l’atto che ha bandito TikTok da tutti i cellulari in uso ai dipendenti federali. Un giro di vite che arriva dopo le decisioni già prese da alcuni governi locali e che segna un punto di svolta per il futuro dell’app negli Stati Uniti. Le motivazioni sono “per questioni di sicurezza”, legate alla proprietà del social media.
Anche il governo italiano valuta un possibile blocco di TikTok per i dipendenti pubblici. Lo annuncia il ministro della P.a. Paolo Zangrillo a Repubblica: “Il tema è all’attenzione da qualche giorno”, spiega Zangrillo. “Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto – spiega – Le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea”.
I tempi comunque, spiega il ministro, saranno stretti, con un possibile vertice dopo il week end. “L’argomento è arrivato all’ordine del giorno da poco. Già la prossima settimana dovremo confrontarci e cercare di arrivare a una sintesi. Prenderemo una decisione in fretta. Ora – conclude – dobbiamo comprendere bene quale è effettivamente la profondità dei rischi legati alla sicurezza nazionale”.