Un anno dall’invasione russa in Ucraina. Un anno di distruzione, di morti, di profughi. Un anno di solidarietà da parte di una città come Bari che non ha fatto mancare la sua presenza al fianco degli ucraini. Un anno di ricordi per chi quel giorno era lì, per quelle bombe che si sentivano a distanza e la paura di non riuscire a tornare a casa. Oksana Rohova ha 39 anni, è in Italia da sei anni ed è la presidente dell’associazione “Uniti per l’Ucraina Aps- Ets”.
Oksana, cosa ricorda di quel giorno, il 24 febbraio del 2022?
“Ricordo la paura, la disperazione, il dolore. Ricordo le parole dei miei amici e dei miei parenti che erano lì, per loro sembrava fosse la fine del mondo. Erano spaventati e confusi. Pensavano che tutto stesse finendo. Immaginavano che il suono della sirena preannunciava l’arrivo di un missile o di una bomba che li avrebbe uccisi tutti”.
Come Bari ha partecipato agli aiuti?
“A Bari hanno reagito tutti: amici, conoscenti, parenti di mio marito. Abbiamo avuto la solidarietà di tutti. In un mese ho conosciuto centinaia di persone che offrivano aiuti per l’Ucraina e per gli ucraini. Mi fermavano persone per strada con lacrime e parole di sostegno. Sono stati organizzati tanti punti di raccolta per gli aiuti umanitari, tanti i pullman per trasportare i profughi, mille offerte di ospitare i bambini e le famiglie”.
Con il passare dei mesi la solidarietà si è fermata?
“No, la vicinanza dei baresi è aumentata durante quest’anno. Ora stanno offrendo non solo un tetto e del cibo, ma anche integrazione: la possibilità per i bambini e gli adulti di frequentare le scuole. Si sta organizzando un festival della cultura ucraina, stanno nascendo progetti. Gli aiuti per l’Ucraina continuano ad essere raccolti ma in maniera più organizzata e a livello nazionale. E colgo l’occasione per ringraziare i baresi, i pugliesi e l’Italia intera che non ci hanno lasciato soli a combattere questi barbari russi, e che hanno mostrato di stare dalla nostra parte: insieme”.
Cosa è cambiato in quest’anno?
“In questo anno è cambiato tanto. Sia noi ucraini che siamo in Italia che i miei connazionali che vivono in Patria siamo più fiduciosi nel domani, nella speranza che la guerra finisca presto. Sappiamo che non siamo soli e che abbiamo la solidarietà di tutto il mondo. Difendiamo i valori di umanità, democrazia e libertà per i nostri e vostri figli, affinché abbiano la possibilità di vivere in un mondo civile, umano e libero”.
Quanti connazionali avete ospitato qui a Bari, fuggiti dalla guerra?
“Io personalmente ho ospitato tre persone che vivono ancora con me. Ma a decine sono arrivati a Bari”.
Cosa prova dopo un anno di guerra nella sua terra?
“Il dolore continua ad attanagliarci al pensiero che ogni giorno paghiamo un grande prezzo di vite umane: bambini, anziani, adulti. Questo dolore non passerà mai”.
Cosa si aspetta da questa giornata?
“Dalla giornata di oggi, 24/02/2023, mi aspetto, come ogni giorno, che i russi accendano il loro cervello e ritornino alle loro case lasciando la nostra terra ed il nostro popolo. E come ogni giorno ho paura che di nuovo inizino a bombardare il mio popolo”.
Cosa spera per il futuro dell’Ucraina?
“Per il futuro mi aspetto che la guerra finisca e noi, il mio popolo, il mio Paese possiamo vivere felici, più forti e più uniti. Ricostruiremo tutto, perché l’Ucraina è la nostra casa e per la nostra casa facciamo tutto perché stiamo forti, uniti, umani e con cuore aperto per tutti coloro i quali vengono in pace”.
Nella giornata di oggi sono previste una serie di manifestazioni: qui il programma.