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Maurizio Iorio, doppio ex di Bari e Brescia: “La gara del Rigamonti è una trappola”

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 23 Febbraio 2023 - 16:00

Negli occhi dei tifosi del Bari ci sono ancora quelle sei reti rifilate al Brescia nel mirabolante 6-2 del 1 ottobre. Un altro Bari, ma soprattutto un altro Brescia. Le rondinelle, a quel punto della stagione, erano addirittura prime in classifica, ora sono al penultimo posto e vengono da sei sconfitte consecutive. Insomma, tutta un’altra storia.

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A proposito di storie, ne ha tante da raccontare anche Maurizio Iorio, ex attaccante classe ’59 che ha vestito sia la casacca biancorossa che quella blu con la ‘V’.

Iorio si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare la sua carriera, il suo passato in Puglia e in Lombardia, ma anche le ultime vicende del campionato cadetto.

Partiamo dalla sua lunga ed intensa carriera: Dopo gli esordi nell’Helenio Herrera Triestina e nel Vigevano, il trasferimento al Foggia. Poi ha vestito maglie prestigiose come quelle di Torino, Roma, Verona, Bari, Fiorentina e Inter. Tante piazze calde, tante storie da raccontare…

“Ho realizzato il sogno che avevo da bambino. Mi ritengo molto fortunato e sono soddisfatto per quello che ho fatto. Sicuramente vincere lo scudetto con la Roma è stato un qualcosa che difficilmente si può spiegare: La Roma non è la Juve. I tifosi della Juve non si ricordano neanche le formazioni delle squadre che hanno vinto gli scudetti. A Roma questo non avviene. Quel titolo vinto nella capitale è il fiore all’occhiello della mia carriera insieme alla Coppa Uefa conquistata con l’Inter. Il calcio è una parentesi che si apre e si chiude e bisogna utilizzare quello che che si è ottenuto per il resto della vita.”

Tra le parentesi più belle, sicuramente quella di Bari dal 1980 al 1982: 65 presenze e 28 reti.

“Sono stato troppo bene a Bari. Quello con Bari e il Bari è stato un amore a prima vista, per fortuna ricambiato. Può utilizzare tutti gli aggettivi che vuole per descrivere la mia avventura nel Bari, perchè è stata un’esperienza indimenticabile. E’ stato un onore aver indossato quella maglia: emozioni a ripetizione.”

Nel Bari ha composto una delle coppie-gol più prolifiche, quella con Aldo Serena. Vi integravate ed intendevate alla perfezione…

“Serena era veramente forte e non solo nel gioco aereo, era anche abile tecnicamente. Ci integravamo bene, ma quello che faceva la differenza era la nostra amicizia, abitavamo nello stesso appartamento. Due amici attaccanti è dura trovarli in giro.”

A Bari è stato allenato da Mimmo Renna ed Enrico Catuzzi nel “Bari dei baresi”. Periodo fantastico, peccato per quella A solo sfiorata. Cosa distingueva Catuzzi dagli altri tecnici dell’epoca?

“Catuzzi era prima di tutto un amico. Sono felice che il suo ricordo sia ancora vivo nei cuori dei tifosi biancorossi, perchè se lo merita. E’ stato un pioniere di un calcio che, in quel periodo, non esisteva ancora e che dopo è diventato dominante nel mondo. Un tecnico di altissimo livello che ha ricevuto poco per quelle che erano le sue capacità.”

Ha giocato anche nel Brescia nella stagione 87-88. 31 presenze e 8 reti. Reti che non bastarono per salvare le rondinelle dalla retrocessione in B.

“Esperienza piacevole ma molto sfortunata. Mi feci subito male: purtroppo ho sempre sofferto di problemi muscolari, anche quando ero a Bari. Non riuscivo a guarire e questo ha condizionato il mio periodo a Brescia. Tuttavia, ho un ricordo indelebile ed è quello legato a mister Bruno Giorgi: un signore che ho avuto il piacere di conoscere, un uomo fuori dai comuni canoni calcistici. Mi ricostruì fisicamente e se ho disputato al meglio gli ultimi anni della mia carriera, è stato per merito suo.”

Brescia – Bari: possiamo considerarla la classica partita ‘trappola’ per chi, come il Bari, ha i favori del pronostico dalla sua parte?

“Sono d’accordo: è una partita ‘trappola’ per questo ottimo Bari. Devo fare i complimenti a tutti perchè stanno meritando il piazzamento in classifica. Stanno facendo una stagione degna della maglia biancorossa, speriamo  possa arrivare anche la promozione in serie A. Il Brescia ha tutto da guadagnare e avrà il dente avvelenato dopo i sei gol della gara d’andata.”

Quale errore non deve assolutamente commettere la squadra di Mignani?

“Il Bari non farà errori perchè è una squadra quadrata e con un allenatore pragmatico. Si respira compattezza di gruppo. Sono pronti per qualsiasi tipo di partita e non scenderanno in campo convinti di fare un sol boccone della squadra avversaria.”

Il Brescia era partito fortissimo con Clotet in panchina. Le rondinelle avevano raggiunto anche la vetta della classifica. Poi, un tracollo inesorabile, cambi di allenatore e l’attuale penultimo posto in classifica. Che spiegazione riesce a dare?

“Spiegazione sin troppo facile: l’instabilità societaria condiziona inevitabilmente anche la squadra. Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti. C’è stato poco rispetto nei confronti di diverse persone. Se prendi un allenatore come Davide Possanzini e lo mandia via dopo due settimane, non mi sembra un comportamento lineare. Non sappiamo bene come siano andate le cose, magari è stato lo stesso Possanzini a voler andar via. Ma il caos societario è abbastanza evidente. Mi spiace per Giorgio Perinetti, una persona preparata.”

Il Bari è reduce, invece, dal pari ottenuto in extremis contro il Cagliari. Un punto prezioso contro un avversario quotato, una sorta di ‘fuoriserie’ del campionato.

“Il Cagliari non mi sembra affatto una fuoriserie. Sono le classiche etichette che vengono date in estate,  poi le squadre vanno viste all’opera. Ma il pareggio ottenuto dal Bari nei minuti di recupero, è un segnale molto positivo ed importante.”

La squadra di Mignani, anche nello scorso campionato di C, ha evidenziato delle difficoltà quando ha dovuto ‘fare’ la partita. Non tutte le squadre prestano il fianco al micidiale contropiede dei galletti…

“Non bisogna sempre cercare il pelo nell’uovo. Il Bari sta facendo un campionato straordinario che nessuno poteva pronosticare. I De Laurentiis hanno portato la squadra dal fallimento alla lotta per la serie A, bisognerebbe essere più riconoscenti e fare meno i professori.”

Bari che è uscito rinforzato dal calciomercato invernale. Esposito è già a quota 2 gol, Benali e Molina si stanno integrando. Mentre, contro il Cagliari, si è messo in mostra Morachioli. Insomma, Polito non ne sbaglia una…

“Tutto questo conferma quello che dicevo prima: un lavoro positivo da parte di tutti, Polito compreso. Il colpo più grosso del ds biancorosso è stata la conferma di Cheddira, perchè la scorsa stagione non aveva di certo fatto sfracelli. Altre società non avrebbero puntato su di lui, invece il Bari ci ha creduto. Complimenti a Polito.”

Dopo qualche battuta a vuoto nella scorsa stagione, il tecnico Mignani ha convinto tutti. Cosa le piace in particolare del tecnico genovese?

“Mi colpisce la sua tranquillità e il suo modo di comunicare con i media. Persona molto pragmatica che sa dove vuole arrivare. Ma Mignani può anche contare su ottimo collaboratore come Simone Vergassola, un vero capitano, anche da allenatore in seconda.”

Venendo al campionato. Il Frosinone ha già un piede e mezzo in serie A. Poi è bagarre: quali le sue favorite per la A?

“Solo il Frosinone può buttar via questa promozione, visto il vantaggio accumulato. Le altre se la giocano, Reggina compresa.”

A proposito di serie A: se il Bari dovesse salire di categoria, i De Laurentiis dovrebbero cedere la società biancorossa o il Napoli in poco tempo. Una situazione che non lascia tranquilli i tifosi baresi…

“Innanzitutto speriamo che il Bari possa raggiungere la serie A, poi una soluzione si trova. Parliamo dei De Laurentiis,  gente qualificata, non degli sprovveduti. Basta guardare cosa hanno realizzato a Napoli: un gioiello del calcio italiano e non solo. Sono tranquillissimo su questa questione perchè, a mio parere, il passaggio più importante è la promozione in serie A  non quello che viene dopo.”

 (foto Associazione italiana calciatori)

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