Sono stati ritrovati a Matera i primi resti del meteorite caduto nella serata di San Valentino, avvistato anche in Puglia, più in particolare nel Barese. Lo rende noto Prisma, Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera.
In particolare, dopo il ritrovamento della meteorite Cavezzo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020 a cura della stessa rete, i calcoli eseguiti dagli esperti hanno fatto nuovamente centro, stavolta indicando nella zona Nord di Matera quella della possibile caduta della meteorite di San Valentino. Lo scorso 14 febbraio, infatti, verso le sette di sera, una scia luminosa era stata osservata da numerosi testimoni nel cielo della Puglia e della Basilicata, fra i quali anche gli occhi elettronici delle camere di Castellana Grotte, Tricase e Vasto appartenenti alla rete Prisma, un network di una sessantina di camere sparse sul territorio italiano.
Proprio grazie a queste informazioni, già nel pomeriggio di mercoledì 15 febbraio era stato possibile tracciare lostrewn field, cioè l’area di possibile caduta al suolo di frammenti del corpo celeste progenitore individuando come la zona a Nord di Matera il luogo del possibile impatto. “Subito era scattato l’avviso ai mezzi di comunicazione – scrive Prisma in un comunicato – e alla popolazione locale ed ecco che lo stesso giorno, sul balcone dell’abitazione dei genitori di Gianfranco e Pino Losignore, fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci (periferia nord del capoluogo della Basilicata), alcuni sassi hanno attirato l’attenzione dei due fratelli. Anche perché gli anziani genitori avevano udito un forte botto la sera precedente proveniente dall’esterno” – sottolineano.
Finora, in particolare, sono stati recuperati oltre 70 grammi in 12 frammenti principali e decine di frammenti più piccoli. La meteorite, secondo i calcoli di Prisma, è caduta verticalmente al suolo con una velocità di circa 300 km/h e in effetti nell’impatto ha scheggiato una piastrella del balcone che corre lungo il perimetro dell’abitazione. Questa mattina i frammenti sono stati consegnati al dottor Carmelo Falco, rappresentante del Project Office della rete Prisma e associato Inaf, che si è occupato di coordinare le ricerche sul posto.
“Le ricerche – spiegano ancora dalla rete Prisma – continueranno con nuovo vigore, irrobustito dal ritrovamento, alla ricerca di altri eventuali campioni sopravvissuti all’attraversamento dell’atmosfera. Nel mentre, il materiale già recuperato verrà presto sottoposto ad analisi particolareggiate per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche utili alla classificazione della meteorite appena ritrovata. Le meteoriti, infatti, hanno attraversato quasi inalterate i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del nostro Sistema Solare e ritrovarne una appena caduta come quella rinvenuta a Matera aiuta moltissimo gli scienziati a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa. Il secondo ritrovamento in pochi anni di meteoriti “fresche” è una spettacolare conferma dell’efficacia della rete Prisma nel reperire questo materiale così prezioso per la scienza” – concludono.
Foto Prisma