No a cortisone, antibiotici e broncodilatatori per curare la bronchiolite e più informazione ai genitori. Sono alcune delle indicazioni contenute nelle nuove linee guida per contrastare il virus respiratorio sinciziale (VRS) responsabile di più del 60% delle infezioni nei bambini nel primo anno di vita.
Negli ultimi 2 anni in Italia e nel mondo ci sono state pesanti epidemie che hanno messo in difficoltà i sistemi sanitari per saturazione dei posti letto nei reparti e nelle terapie intensive. Di qui il documento pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics e realizzato con l’egida della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Società di Neonatologia (SIN) della Società per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) e di altre 13 società scientifiche pediatriche. “È importante – sottolinea Annamaria Staiano, presidente SIP – fornire ai pediatri un aggiornamento sulle migliori pratiche per la gestione della bronchiolite”. Tra queste l’uso preventivo di anticorpi monoclonali.
“Purtroppo – spiega Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda-Ospedale Università di Padova – si utilizzano spesso farmaci come il cortisone, gli antibiotici i broncodilatatori per i quali non vi sono evidenze e che possono causare effetti collaterali”. Fondamentale il ruolo dei genitori. Ecco quindi i consigli: indossare la mascherina e non baciare i piccoli se si è raffreddati; lavare le mani prima di toccare il bambino; tenerlo lontano da chiunque abbia il raffreddore; non fumare in casa; nel caso di prematuri, malattie cardiache o polmonari chiedere al pediatra se vi sono le indicazioni all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da VRS.