Una crescita effimera ha segnato il commercio del 2022. Secondo un’indagine Istat sul commercio al dettaglio, a dicembre si è registrata una crescita in valore delle vendite rispetto all’anno precedente pari al 3.4%, ma la flessione del 4.4% dei volumi al netto dell’incremento dei prezzi continua senza sosta a causa dell’inflazione e del caro bollette che hanno inciso sugli acquisti natalizi vanificando la ripresa dei consumi auspicata e pesando sul commercio al dettaglio che è calato di circa il 7% in volume.
‘Per le imprese di piccole dimensioni – spiega Benny Campobasso presidente Confesercenti Puglia – dicembre è stato un mese molto difficile che ha segnato un calo vertiginoso delle vendite. Se le grandi sono riuscite a mantenere il segno positivo (0,2% in volume), le piccole sono calate del 2%. In particolare, soffrono le vendite di beni alimentari, abbigliamento, tessuti e calzature. Si stima che il 2023 si riveli, nel triennio post/pandemia, l’anno con il peggiore risultato della spesa domestica. Uno scenario che, in mancanza di eventuali ed auspicabili inversioni di tendenza, rischia di escludere per sempre dal mercato circa 15mila imprese del settore distributivo’.
L’ipotesi del ministro dell’Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, di ridurre nel corso del 2023 del 40% le tariffe di luce e gas libererebbe circa 30 miliardi di spesa aggiuntiva. La spesa complessiva delle famiglie per le utenze domestiche passerebbe da quasi 76 a poco più di 45 miliardi di euro, scendendo da 2.950 euro a 1.780 euro l’anno per famiglia. ‘In questa maniera si potrebbe ridare fiato ai bilanci familiari e accelerare i consumi, e le imprese riceverebbero una boccata d’ossigeno fondamentale per andare avanti’.