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Nuovo rialzo dei tassi d’interesse, maxi stangata per le famiglie con mutui a tasso variabile

Pubblicato da: Adalisa Mei | Mar, 7 Febbraio 2023 - 13:00

La Banca Centrale Europea ha deciso per un nuovo rialzo dei tassi di mercato di un altro 0,5% e si tratta del quinto aumento consecutivo da luglio 2022. Dall’attuale 2,5% il tasso sale quindi al 3%. Dopo anni in cui sono rimasti sostanzialmente stabili, nel 2022 i tassi di interesse decisi dalla Bce sono risaliti già a luglio dello 0,50%, a settembre di 0,75%, di altri 0,75% a ottobre e a dicembre di un altro 0,5%. Ed il 2023 inizia con un ulteriore aumento dello 0,5%.

Una decisione che farà crescere le spese per chi ha sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile e per chi sta per stipulare un mutuo a tasso fisso. “L’aumento dei tassi d’interesse di 50 punti base deciso dalla Bce rappresenta una mazzata media da +35 euro a rata per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile”, precisa il Codacons

Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile è destinata quindi a salire tra i 30 e i 40 euro per effetto della decisione odierna della Bce – analizza il Codacons – Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 180 e i 230 euro,  con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.160 e + 2.760 euro all’anno.

“L’aumento dei tassi variabili dei mutui riguarda non solo i consumatori ma anche i commercianti e le imprese – precisa Massimo Melpignano, avvocato esperto di diritto bancario e finanziario- . Certamente è un problema, ma che alcuni possono gestire agevolmente sia con la stessa banca con cui si è sottoscritto il mutuo, sia legalmente”.

Vediamo quali sono le possibilità che ci offre la banca. Come spiega Melpignano: “In molti contratti di mutuo è possibile che sia stata inserita una clausola che autorizza, su richiesta del titolare del mutuo, la sospensione dei pagamenti delle rate. In questo modo ci si può prendere qualche mese di ossigeno per riorganizzarsi finanziariamente. In alcuni casi questa possibilità è prevista da contratto. La sospensione comunque difficilmente supera i sei mesi. Se la clausola non è inserita nel contratto, la banca può dimostrare disponibilità a venirci incontro e a sospendere comunque il mutuo.

La legge  – spiega ancora l’avvocato – prevede inoltre la rinegoziazione del mutuo. Ma anche in questo caso bisogna verificare il contratto. Si può modificare il tasso a fisso da variabile, abbassare la rata e rimodularla. Questo meccanismo si può prevedere, ma con il presupposto che la banca sia d’accordo. Non è un atto dovuto. Ovviamente la rinegoziazione del contratto deve essere gratuita. Si cambiano semplicemente le condizioni economiche del contratto . La procedura quindi consente di evitare nuove spese notarili e di risparmiare così diverse migliaia di euro”.

L’altra soluzione è la surroga del mutuo, detta anche portabilità o surrogazione. Si tratta dalla procedura introdotta dalla Legge Bersani che consente di trasferire il proprio mutuo a costo zero dalla banca con cui il contratto di mutuo è in essere a un secondo istituto. La surrogazione permette infatti di modificare i parametri del mutuo (durata, tasso) senza variare l’importo del debito residuo, e questo la rende molto conveniente.

“Ovviamente  – precisa l’esperto – perché un’altra banca compri il nostro mutuo deve trattarsi di un mutuo ‘conveniente’, ossia ci sia ancora una robusta parte di interessi da pagare”.

Melpignano spiega ancora: “Un’altra opzione che la legge ci mette a disposizione è il cosiddetto fondo Gasparrini, di cui è stata prorogata l’applicazione fino al 31 dicembre. Il fondo prevede la possibilità, per i titolari di un mutuo fino a 250.000 euro, contratto per l’acquisto della prima casa, di beneficiare della sospensione per 18 mesi del pagamento delle rate al verificarsi di situazioni di temporanea difficoltà. E – conclude l’avvocato – ci sono altre due buone notizie: è possibile accendere al fondo Gasparrini anche se si è maturato un ritardo nel pagamento della rata del mutuo non superiore però ai 90 giorni. E inoltre può essere richiesta anche la sospensione del mutuo richiesto per le ristrutturazioni della prima casa”.

foto freepik

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