“L’idea di introdurre una differenziazione dei salari sulla base del costo della vita nelle varie regioni rappresenta un problema enorme per il mondo della scuola pubblica. Se da un lato questa proposta ci riporta indietro a 50 anni fa, al sistema delle gabbie salariali, dall’altro si connette al progetto di autonomia differenziata che questo governo si è impegnato a portare avanti fin dal suo insediamento – con un’accelerazione evidente nei provvedimenti contenuti nella Legge di Stabilità appena approvata – e che spaccherebbe il Paese in tanti stati disorganizzati, disarticolati, minando alle fondamenta i principi costituzionali di eguaglianza, unità e solidarietà nazionale.
Siamo fortemente convinti che l’istruzione debba essere fuori dalle materie oggetto di decentramento regionale, e per questo motivo da settimane stiamo portando avanti su tutto il territorio pugliese una campagna di raccolta firme su una legge di iniziativa popolare di riforma costituzionale dal nome “Giù le mani dalla scuola” per impedire ogni forma di regionalizzazione che coinvolga la scuola e consenta al popolo di esprimersi democraticamente: anche se sta già riscuotendo molto successo, sarà necessario l’impegno di tutta la cittadinanza per porre un argine a questa rischiosa deriva”. dichiara Ezio Falco, Segretario generale dell’FLC CGIL Puglia.
“Queste dichiarazioni ci lasciano molto contrariati rispetto all’impianto che il ministro sta dando alla scuola pubblica, che ancora una volta non vede il confronto con gli studenti. Questa proposta unita al provvedimento sul dimensionamento degli istituti, presente nella legge di bilancio e che prevederà la chiusura di oltre 40 scuole in Puglia e oltre 700 in tutto il Paese, rischiano di costituire una bomba sociale impressionante per la Puglia e per l’Italia intera, creando una netta distinzione nella didattica e nel diritto allo studio tra regioni ricche e regioni povere, incrementando il divario tra Nord e Sud.
La scuola è il luogo dove abbattere le diseguaglianze e non accentuarle: riteniamo irricevibili queste proposte e se necessario ci mobiliteremo come già in passato a fianco di lavoratori e lavoratrici. D’altro canto chiediamo che il ministero convochi le organizzazioni studentesche per ascoltare realmente i disagi e i problemi a cui siamo sottoposti quotidianamente, la cui soluzione non può essere rappresentata da ulteriori tagli e dal finanziamento dei privati ma deve vedere un’assunzione di responsabilità sul risanare il divario e le problematiche storiche della scuola pubblica italiana”. Afferma Stefano Mariano, coordinatore regionale dell’Unione degli Studenti Puglia.
“Come lavoratori della conoscenza e come studenti eravamo già consapevoli che per perseguire il proprio modello di società, contrastante coi principi di eguaglianza, solidarietà e realizzazione dei diritti costituzionali questo governo sarebbe partito da un attacco frontale al mondo della scuola statale e all’intero mondo della conoscenza pubblica. riguardo la differenziazione degli stipendi per i docenti commisurati al caro vita e sovvenzioni da privati per la scuola pubblica
Il combinato tra ingresso dei privati, disarticolazione del sistema contrattuale e regionalizzazione del sistema istituzionale e scolastico in primis, perfettamente rappresentato dalle bozze di accordo presentate da alcune regioni in merito all’autonomia differenziata costituiscono un concreto ed elevato rischio di distruzione della scuola statale e del suo ruolo sociale: per questo come FLC CGIL Puglia e Unione degli Studenti Puglia siamo pronti ad una grande stagione di mobilitazioni per bloccare, se confermata, una scellerata riforma che danneggerà ulteriormente le scuole della nostra regione e del Sud del Paese” concludono Falco e Mariano.