Con l’avvento della pandemia le nostre giornate sono cambiate. Dapprima radicalmente, poi, piano piano, hanno ripreso ritmi più normali, fino a rientrare completamente nei ranghi della consueta quotidianità.
E se in un primo periodo eravamo terrorizzati dalle imposizioni che limitavano la nostra libertà e da come le restrizioni avrebbero cambiato le nostre giornate, adesso il problema principale che affligge i nostri pensieri riguarda la scia di crisi che l’ondata di Covid si è trascinata dietro.
Preoccupazioni che riguardano prevalentemente le spese che ogni famiglia deve affrontare, un tema di cui abbiamo discusso con Gaming Report, sito interamente dedicato al settore dei casinò online e del gaming in Italia.
Voi vi occupate di gioco d’azzardo: come si inserisce questo, nel più ampio contesto di crisi che riguarda il nostro Paese e, più in generale, i mercati internazionali?
“Il gioco è un’ottima cartina al tornasole quando si tratta di misurare la salute di una società in termini economici. I cambiamenti nelle abitudini di gioco, nelle modalità di fruizione, nella quantità di denaro investito nel settore del gioco pubblico sono tutti indicatori importanti.
All’apice della pandemia e in concomitanza con le restrizioni più severe – i cosiddetti lockdown – il comparto del gioco pubblico è stato protagonista di una mutazione senza precedenti. Da una crisi iniziale, dovuta appunto alla totale chiusura dei presidi di gioco fisico presenti sul territorio nazionale, a un’evoluzione senza pari che ha portato a un risollevamento dell’economia del comparto, grazie alla performance senza precedenti del canale di gioco a distanza.
I numeri parlano chiaro: gli italiani non hanno smesso di giocare né quando sono stati privati di tutti i punti fisici in cui farlo, né quando hanno iniziato a manifestarsi i primi contraccolpi a livello economico. Non ci assumiamo l’onere di interpretare un dato del genere, poiché l’analisi dovrebbe tenere in considerazioni migliaia di varianti per non essere generica e superficiale. Quello che ci limitiamo a osservare è il dato di fatto, che è altamente significativo e, per questo, dev’essere tenuto in considerazione”.
Ma i cambiamenti nelle abitudini di gioco e nella spesa ci sono state. Cosa suggeriscono queste mutazioni?
“Nel corso del biennio 2020-2021 c’è stato un boom di aperture di nuovi conti di gioco sulle piattaforme autorizzate dall’agenzia ADM: gli italiani che non potevano uscire di casa hanno quindi cercato intrattenimento nel canale a distanza, dove sono disponibili versioni online dei giochi reperibili sul mercato, scoprendo però un mondo del tutto nuovo”, prosegue la redazione di Gaming Report.
“Un universo caratterizzato da un ventaglio molto più ampio di scelta, ma anche da opportunità di risparmio – tramite promozioni non presenti nel canale terrestre -, una tassazione inferiore, nonché di percentuali di vincita più alte rispetto ai giochi dei punti retail. Sono tutti aspetti che rivestono particolare importanza quando ci si trova a dover affrontare un periodo di crisi: è un dato di fatto che nel 2020 e nel 2021 le famiglie abbiano diminuito la spesa destinata al gioco d’azzardo. Se nel 2019 la spesa giornaliera era di 3,19 euro, nel 2020 è scesa a 2,12 euro, per poi risollevarsi di poco nel 2020, fino a 2,85 al giorno.
Un calo c’è quindi stato, i cittadini hanno messo meno spesso mano al portafoglio per tentare la fortuna, ma hanno anche speso meno in ristoranti e per la cura della persona, i due ambiti in cui sono stati comunque investiti più soldi, seppure in maniera inferiore rispetto all’epoca pre-Covid.
Quelli che può restituire l’analisi sul gioco pubblico sono quindi dati importanti, che aiutano a delineare un profilo del consumatore: e non solo in termini economici, ma anche sociali. È infatti interessante scoprire come la spesa media più alta per il gioco d’azzardo è detenuta dalle regioni del Centro-Italia, mentre l’opinione pubblica è normalmente propensa a ritenere che si spenda più denaro per il gioco nel Sud della nostra penisola”, chiosano gli esperti di Gaming Report.
Un vero e proprio pozzo di informazioni, insomma, il mondo del gioco. Avete qualche proiezione per quanto riguarda il futuro?
“Gaming e gambling sono in costante evoluzione e mantenersi aggiornati è d’obbligo. Il Mef ha previsto una crescita del settore nel 2023, che porterà anche a maggiori incassi erariali, e questo a livello italiano. Tuttavia, anche i segnali internazionali sono buoni, in quanto tutte le previsioni sono propense a ritenere che il 2023 sarà un anno di ulteriore crescita per il mercato del gaming, soprattutto nella versione mobile. Anche questa una novità che ha visto un repentino sviluppo nel periodo pandemico e che tuttora sta mantenendo alti i propri numeri: d’altronde, ognuno di noi ha almeno uno smartphone dotato di connessione e, quindi, ha già tutto quanto gli occorre per il mobile gaming. Non c’è da meravigliarsi che una soluzione così snella e priva di costi aggiuntivi abbia conquistato il mercato globale del gioco in un periodo travolto da una pandemia e dalla recessione economica”, concludono gli esperti del blog italiano sul gaming online.