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Bari, intervista a Guido Angelozzi: “Contro i galletti la partita più difficile. Grosso fece bene anche in Puglia”

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 26 Gennaio 2023 - 15:30

Nell’attesa che la palla torni a rotolare sul rettangolo verde, è il calciomercato a tenere banco tra i tifosi biancorossi. Ancora pochi giorni e si chiuderà anche questa sessione invernale (il gong suonerà alle ore 20 del 31 gennaio). Sessione che, sino ad ora, non ha riservato particolari emozioni ai supporters del galletto.

Per parlare di calciomercato ma anche di quanto accaduto sino ad ora nel campionato cadetto, ci siamo rivolti a colui che guarda tutti dall’alto: il direttore sportivo del Frosinone capolista, Guido Angelozzi.

Angelozzi si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per svelarci i segreti del suo Frosinone e anticipare i temi del calciomercato, senza tralasciare i suoi trascorsi in biancorosso.

Buongiorno Angelozzi. Come ci si sente lì in alto in classifica?

“È una bella soddisfazione per la mia società e per tutti quelli che ci lavorano. Ma non dobbiamo cullarci perché non sarà facile resistere sino al termine del campionato.”

Frosinone primo in classifica con 45 punti a + 6 su Reggina e Genoa. Quali i segreti di questa squadra?

“Non ci sono particolari segreti, ma esiste un percorso che abbiamo iniziato lo scorso anno nelle ultime otto gare di campionato quando è arrivato Fabio Grosso. Il nostro programma prevede un calcio sostenibile che tende anche a valorizzare i calciatori in organico. Lo scorso anno ci siamo riusciti cedendo un calciatore alla Juve (Federico Gatti NdR) e valorizzando Zerbin che è di proprietà del Napoli.”

Giunti a questo punto della stagione con un primo posto in tasca, non potete più nascondervi…

“La salvezza l’abbiamo ormai raggiunta. La serie A ce la giocheremo sino alla fine assieme ad altre squadre perché il campionato di serie B è molto difficile e imprevedibile. Lo scorso anno il Pisa, a fine girone d’andata, era primo in classifica, poi è arrivato terzo. I sei punti di vantaggio sulle seconde non rappresentano niente. Mancano ancora 17 partite e ci sono ben 51 punti in palio. Credo che le attuali prime otto in classifica se la giocheranno sino all’ultima giornata.”

I soliti maligni, ad inizio stagione, sostenevano che il Frosinone sarebbe calato e che veniva aiutato dagli arbitri, dato che ha giocato spesso in superiorità numerica. Come replica a queste illazioni?

“Non c’è nulla da replicare, sono solo barzellette. Faccio notare che la mia squadra, sino ad ora, non ha ottenuto neanche un calcio di rigore a favore. Forse qualcuno si dimentica quale sia la nostra realtà: siamo un paese di 40mila abitanti e lottiamo con città o società molto più blasonate e grandi di noi. Al giorno d’oggi il calcio è così lineare, anche grazie all’avvento del Var, che è assurdo parlare di queste cose. Chi parla in questi termini, mette solo in evidenza la propria debolezza.”

Questo primato in classifica è anche la grande rivincita di Fabio Grosso. Lei è stato tra i pochi a credere ancora nel campione del mondo. Quali le sue qualità migliori?

“Fabio Grosso è una persona leale e per bene. Sa allenare e dare un gioco alla propria squadra. Nel Frosinone hanno segnato tutti, non abbiamo un goleador. Siamo il secondo attacco (dopo il Bari) e la miglior difesa. La sua prima esperienza da allenatore è stata a Bari e ha portato la squadra biancorossa ai playoff. Non ha potuto giocarseli sino in fondo per le mancanze della vecchia società. Credo che un allenatore per poter far bene debba essere supportato dal proprio club. Grosso ha fatto bene anche a Bari e ha lottato sino alla fine. Vi dico di più: volevo portarlo al Sassuolo in serie A, ma la proprietà bocciò l’idea per via dell’inesperienza da allenatore del campione del mondo. Quando l’ho tesserato qui a Frosinone, qualcuno ha storto il naso, adesso è il Re della città.”

Ma tanti meriti devono essere attribuiti anche a lei, vecchia volpe del calcio. In estate tante partenze eccellenti, ma la squadra non ne ha risentito. Anzi. Quale strategia ha utilizzato nel calciomercato estivo?

“Abbiamo puntato sull’esperienza di gente come Lucioni o Garritano ai quali abbiamo affiancato gente più giovane come Caso, Turati, Moro e Cervo, anche se quest’ultimo lo stiamo cedendo al Venezia. Insomma il giusto mix, poi è stato bravo Fabio Grosso ad amalgamarli e a renderli una squadra.”

Ma non è stato a guardare neanche in questa sessione, piazzando il colpo Baez dalla Cremonese a titolo definitivo. Mercato chiuso?

“Qualche altra cosa la faremo, ma vorrei precisare una cosa: le squadre che stanno facendo bene non hanno bisogno di cambiare tanto. Nel nostro caso, non vogliamo stravolgere gli equilibri creati. Come detto, oggi cediamo Cervo e dovrebbe partire anche qualcun altro e vanno rimpiazzati.”

Si è parlato di un interesse per Tsadjout. Sull’attaccante pare ci fosse anche il Bari. Conferma?

“È un calciatore che seguiamo da questa estate, se ci sarà la possibilità lo prenderemo. Ma non sarà facile perché la Cremonese non vuole cederlo. Non so se il calciatore interessi anche al Bari.”

Tornando al campionato, che bilancio si può fare? Quale squadra l’ha impressionata maggiormente e da quale formazione si aspettava di più?

“La squadra che ci ha fatto soffrire di più è stata il Bari, siamo stati fortunati trovando il gol vittoria nei minuti di recupero. Mi è piaciuto anche il Parma quando ha giocato contro di noi, anche se non ha espresso in pieno il proprio potenziale. Ma anche il campionato del Südtirol è degno di nota.”

Veniamo al Bari di Mignani. Sorpreso nel vedere il Bari così in alto?

“Il Bari gioca bene e ha giocatori bravi, quindi non sono sorpreso. Vengono da un campionato di C vinto alla grande e hanno inserito dei buoni elementi.”

Tanti i calciatori che si sono messi in mostra in questa prima parte di stagione. Troppo facile dire Cheddira o Caprile. Lei chi menzionerebbe?

“Mi piace molto Folorunsho, ma anche Benedetti che era con me ai tempi dello Spezia. Sono stato io a cederlo alla Sampdoria: è un ragazzo che ha delle qualità importanti ma anche ampi margini di miglioramento.”

Secondo lei il Bari lotterà sino alla fine per la promozione?

“Per me si. Dalle prima all’ottava sono tutte in lotta per la promozione.”

11 marzo 2023: Bari – Frosinone al San Nicola. Ci sta già pensando?

“No, non ancora, ma sarà un bel ritorno per me. Conoscete la passione che ho per Bari e per il Bari. Quando parlo del periodo biancorosso mi emoziono: è stata una bella storia.”

Lei conosce benissimo l’ambiente barese. I tifosi sono in subbuglio. Mancano pochi giorni alla fine del calciomercato e la casella acquisti è ancora desolatamente vuota.

“Il Bari è già una bella squadra, c’è poco da migliorare. Anche noi, sino ad ora, abbiamo preso il solo Baez. Le società che fanno troppi movimenti, sono quelle che hanno operato male in estate. Poi bisogna stare attenti perché nel mercato di gennaio si possono anche prendere elementi deleteri per il gruppo.”

Il ds Polito ha provveduto a sfoltire la rosa, piazzando esuberi e scontenti. Vi siete sentiti nell’ultimo periodo? Secondo lei sta lavorando a fari spenti?

“Mi sento spesso con Polito, è un dirigente che apprezzo e che sta lavorando bene. E’ un ragazzo sveglio che sa fare il proprio lavoro. Ci siamo sentiti una ventina di giorni fa per scambiarci alcune idee. Lo scorso anno, in questo periodo, prese Maiello dal nostro club e ricordo che gli dissi : “Ciro, stai prendendo un  professionista serio”. Con Polito  parlammo anche di Ciano, ma l’operazione non andò in porto.”

Sta facendo molto discutere la doppia operazione che potrebbe portare Cheddira e Caprile al Napoli, altra società dei De Laurentiis. Anche in questo caso, i tifosi non sono felicissimi…

“È sempre la stessa proprietà, per cui mi sembrano operazioni normalissime. Capisco che ai tifosi questo non possa piacere, ma vi faccio una domanda: se non fosse arrivato De Laurentiis a Bari, come sarebbero andate le cose? Il Bari non può andare in serie A? Si diceva la stessa cosa della Salernitana.”

E veniamo al suo passato a Bari da dirigente. Arrivò tra lo scetticismo generale, andò via da eroe…

“Non andai via da eroe, ma è vero che arrivai tra lo scetticismo di molti, ma lavorando seriamente mi sono fatto apprezzare. Ricordo il giorno dell’ultima conferenza stampa, ero molto provato. È stata una separazione traumatica per me. Ma il legame con la città e la squadra resta forte. Vengo spesso a Bari, anzi  volevo venire a viverci: è una città che ti entra nel sangue. Ricordo quando Maiello era in procinto di passare al Bari. Era un po’ scettico perché non voleva lasciare Frosinone. Allora gli dissi: “Raffaele, da Bari poi non vorrai più andar via”. Dopo qualche mese, mi ha dato ragione.”

A proposito di calciomercato, a Bari ricordano con simpatia l’episodio del calcio alla sedia nelle ultime ore di calciomercato…

“Ricordo bene (ride). Era l’anno in cui sfiorammo la serie A. Ero con Piero Doronzo ed eravamo disperati perché non potevamo acquistare nessuno. Poi prendemmo Çani all’ultimo secondo. Quello fu un anno davvero indimenticabile.”

E se in futuro arrivasse una chiamata da parte dei De Laurentiis?

“Nel calcio mai dire mai, ma in questo momento il Bari ha un bravissimo direttore come Polito. Sto bene al Frosinone e il Bari è in buone mani.”

 

(Foto Frosinone calcio)

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