“Caro Sindaco” , inizia così una lettera scritta da una disabile non vedente residente a Bari che si fa portavoce dei suoi amici per esprimere un disagio e per chiedere l’aiuto del primo cittadino.
“Sono un utente – scrive – del servizio Trasporto sociale verso sedi prestabilite del Comune di Bari. Ti scrivo perché sono molto preoccupato. Vado tutti i giorni a lavoro grazie a questo servizio e sinceramente non so come fare dal 15 febbraio in poi perché non ci sarà più un servizio organizzato ma ognuno di noi dovrà provvedere da sé, con un contributo dal comune. Chiamare il taxi ogni giorno sarà complesso, perché tutti gli utenti si accalcheranno più o meno alla stessa ora e allora ‘chi arriva prima ce la fa’.
Ho provato a sentire altre cooperative o associazioni – scrive ancora – ma mi dicono che non sono in grado di garantirmi il servizio tutti i giorni. Ho provato a chiedere a qualche amico se per trecento euro al mese (questo è il contributo che mi hanno prospettato al Comune) verrebbe ad accompagnarmi e a prendermi dal lavoro, ma mi dice che è molto complesso perché ‘è vero che si tratta di poco tempo, ma per pochi soldi’ sarebbe costretto a sacrificare un intero giorno. Insomma, tra pochi giorni finisce un servizio che è anche stato una grande opportunità di emancipazione di noi persone con disabilità baresi e io non so veramente in che modo complesso mi dovrò organizzare per arrivare puntuale a lavoro tutti i giorni. Mi rivolgo a lei – conclude – alla sua sensibilità e capacità organizzativa, affinché troviate un modo per garantire la continuità di un servizio e non una semplice elargizione di contributi”.