“I formatori della Regione Puglia: una vita da precari”. Inizia così una lunga lettera indirizzata alla Regione e all’Arpal e firmata dai 128 formatori dell’Arpal a rischio dal primo marzo.
“Le nostre 128 vite lavorative vedranno i titoli di coda dal primo marzo di quest’anno – si legge nella lettera – Al termine, infatti, dell’ultima proroga del bando che ci ha assegnati in servizio nei centri per l’impiego, non sappiamo ancora cosa ne sarà di noi. Unica certezza, al momento, è che l’RTI ha comunicato ai sindacati di categoria il preavviso di licenziamento di tutti i dipendenti. Senza voler ribadire storie dette, lette e raccontate sui quotidiani e in tv in oltre un ventennio di tira e molla tra Regione Puglia, Assessorati, Enti di Formazione, sindacati, fallimenti, ipotesi di salvataggio, bandi, stipendi in ritardo, cassa integrazione, infinite promesse disattese, oggi la situazione è questa. Noi tutti, coloro i quali hanno di fatto retto le sorti dei centri per l’impiego di tutta la regione negli ultimi 20 anni, saremo messi alla porta per lasciare spazio ai nuovi assunti dell’Arpal”.
“Se non fosse drammatica, la situazione sarebbe già al limite dell’ilarità, visto che buona parte dei nuovi assunti (circa 1200 unità) sono stati e continuano ad essere formati esattamente da noi stessi formatori che oggi veniamo messi alla porta. Ed ancora più ilare sembra uno degli ultimi progetti che Arpal ha annunciato di orientamento formativo all’interno degli istituti scolastici…esattamente il ruolo che noi 128 professionisti siamo chiamati a svolgere da oltre vent’anni, ora sarà fatto da ex avvocati, economi, giuristi”.
“Perché se vogliamo analizzare la situazione attuale all’interno degli uffici del lavoro territoriali, gli unici esperti in dinamiche di orientamento professionale siamo proprio noi formatori che negli anni abbiamo riempito il nostro bagaglio di conoscenze nel settore e che ancora ogni mattina svolgiamo con diligenza il nostro lavoro al servizio dei cittadini, dalla Daunia al Salento. E allora la domanda sorge spontanea: come mai non si è partiti dalla stabilizzazione di noi ‘precari storici’ prima di riempire gli uffici di nuovi dipendenti titolatissimi, certo, ma con zero esperienza nel settore? Come mai, pur cambiando in venti anni amministrazione regionale, assessori, dirigenti e anche ora con l’avvento dell’agenzia ARPAL, a nessuno è venuto in mente di partire proprio da qui, da NOI?”
“Stanchi, sfiduciati, arrabbiati perché ormai presi in giro troppe volte con promesse sempre ‘a scadenza’, noi 128 formatori della Regione Puglia chiediamo che sia fatta chiarezza sulla situazione attuale e sulle eventuali prospettive che l’Assessore e l’ARPAL possono proporre. Non ci dispiacerebbe sentire anche le parole del Presidente della nostra Regione che ha fatto del silenzio la sua tattica nella gestione di questa nostra grave questione. Che uno dei politici responsabili di questi licenziamenti ci metta la faccia e venga a dirci di persona che qui non c’è più nulla da fare. Il lavoro è un sacrosanto diritto che ci siamo guadagnati sul campo aiutando migliaia di cittadini pugliesi, credendo a tutte le promesse che negli anni ci sono state fatte da maggioranze e opposizioni. Oggi, in cambio chiediamo solo un futuro certo e una definitiva risoluzione dignitosa della vicenda che non lasci a noi il pensiero di essere stati solo strumento e tornaconto di qualcuno per vent’anni. Il tempo è pochissimo ma le soluzioni, i mezzi e gli strumenti ci sono: basti pensare che ARPAL stessa è ancora sotto organico al pari di molti assessorati regionali e comunali. Ora serve la professionalità, l’etica e la volontà di chi ha in mano la decisione”.