La linea dura arriva dalla Corte di cassazione, sempre più attenta alle esigenze dei nostri amici a quattro zampe. L’uomo aveva messo il cucciolo nel garage di casa sua, fra mobili e altri oggetti. Locale scarsamente illuminato. All’entrata delle forze dell’ordine la ciotola dell’acqua era stata trovata rovesciata. Tutto questo gli costerà mille euro di ammenda e tutte le spese processuali. Inutile il certificato con il quale il veterinario aveva attestato la buona salute dell’animale.
Con la sentenza 537/2023, la terza sezione penale ha infatti motivato la sua decisione spiegando che l’ipotesi di reato di cui all’art. 727, secondo comma, cod. pen. non postula la necessaria ricorrenza di situazioni, quali la malnutrizione e il pessimo stato di salute degli animali, indispensabili per poterne qualificare la detenzione come incompatibile con la loro natura, ma al proposito rilevano tutte quelle condotte che incidono sulla sensibilità psico-fisica dell’animale, procurandogli dolore e afflizione. Su un punto il ricorso della difesa è stato però accolto. Infatti in questi casi la confisca del cane non è obbligatoria ma solo facoltativa. Sarà il giudice a verificare caso per caso la necessità di disporre la misura. Per gli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, ha ricordato che “In questa vicenda il magistrato dovrà tener conto che il cagnolino è stato cresciuto dall’imputato per anni, fino al deposito della sentenza.”