“I progetti previsti per il futuro fanno pensare che ci si stia muovendo bene in termini di mobilità dedicata ai ciclisti, ma c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto al presente”. A raccontarlo a Borderline24 è Beppe Morelli, dell’associazione Ciclisti Urbani Baresi secondo il quale, è un bene la presenza di tanto fermento (a prova di ciò i diversi progetti e gli investimenti previsti per il futuro) ma urge allo stesso tempo costituire al più presto, in particolare prima dell’estate, la consulta della mobilità sostenibile.
Dalle strade dissestate alla mancanza di cultura delle due ruote, sino alle diverse problematiche riguardanti in generale la mobilità nel capoluogo pugliese, dove prevalgono le auto, a quelle relative, invece, a piste costruite, ma in alcuni casi abbandonate a sé stesse e anche alla presenza di luoghi, come ad esempio quello della zona industriale, molto frequentati dai ciclisti (soprattutto lavoratori) ma con strade ricche di insidie pericolose per gli utenti a due ruote. Sono solo alcune delle questioni elencate da Morelli e da altri ciclisti che hanno voluto testimoniare in merito alla propria esperienza di utenti delle due ruote a Bari.
“Non c’è davvero rispetto per noi – ha commentato un ciclista – questa mancanza di rispetto non riguarda solo gli automobilisti, ma anche e soprattutto le amministrazioni che pensano e costruiscono le piste ciclabili probabilmente senza utilizzarla neanche una bicicletta per spostarsi in centro. Alcune sono lunghe anche solo poco più di cento metri e spesso terminano nel nulla, altre sono in condizioni pessime e non ci passano neanche due persone contemporaneamente. Come si può pretendere ci passino le bici o i monopattini? I nuovi progetti, io che la bici la utilizzo spesso, li guardo con speranza, ma anche con occhio critico, perché sembra ci siano stati dati dei fondi e che quei fondi debbano ora essere utilizzati, nel frattempo però la città è carente di tante cose e un ciclista, dove non c’è una pista ciclabile, ma a volte anche sulle stesse piste, deve fare lo slalom tra gli ostacoli o le buche sull’asfalto per non rischiare di perdere la vita” – ha concluso.
E’ una delle ragioni per cui Morelli, nel tentativo di iniziare a “parlare” un linguaggio comune in termini di mobilità, attraverso un dialogo diretto tra utenti e istituzioni, vuole premere l’acceleratore sulla costituzione della consulta sulla mobilità. “E’ importante istituire subito un dialogo maggiormente diretto in tal senso – ha spiegato – per noi, è fondamentale che venga costituita prima dell’estate. Se così non fosse, sembrerebbe un bluff perché significherebbe entrare nella lunga fase della campagna elettorale togliendo il tempo e le energie a questa struttura importante di democrazia partecipata” – ha sottolineato.
“A Bari – ha aggiunto – la mobilità è un delirio. Per quanto riguarda le future piste ciclabili speriamo siano messe in opera entro i primi mesi dell’anno. L’istituenda consulta, con l’assessore Galasso e altri, sta lavorando in maniera animata in tal senso. Abbiamo avuto modo di esprimere la nostra opinione sui progetti in corso di approvazione, ad esempio abbiamo mosso preoccupazioni per via Quintino Sella e via De Rossi, tutte sono state recepite. Questo modus operandi è fondamentale per poter trasformare la cultura della mobilità in città. Devono essere presi in considerazione tutti gli attori della strada, non solo i ciclisti, ma anche i disabili che lamentano l’assenza di sicurezza in diverse strade. Il percorso è molto lungo, speriamo che con i finanziamenti del Pnrr ci sia una forte accelerazione rispetto ai grandi progetti che possano anche cambiare le cose su quanto già presente in città, un buon segnale è la messa in sicurezza della pista ciclabile sul ponte Adriatico. Ma per il futuro, speriamo siano ricucite alcune strade per permettere l’espansione del cicloturismo” – ha aggiunto ancora specificando che, senza guardare troppo oltre, diverse problematiche restano coniugate al presente.
In particolare, ha spiegato “non siamo una città del tutto ciclabile, non aiuta la mancanza di senso civico, ma anche la condizione di alcune piste non proprio ottimale. Però – ha precisato – preferiamo che ci siano. E’ meglio rispetto al non avere nulla. Sicuramente è necessario fare un lavoro sui cittadini, una soluzione potrebbe essere quella di istituire più zone con il limite di velocità a 30 e anche l’incremento degli autovelox. Questo permetterebbe una coesistenza accettabile. Ma le cose sono migliorate rispetto al passato, c’è la tendenza oggi, rispetto a prima, di spostarsi nella corsia accanto quando si vede un ciclista. Un segnale positivo, speriamo possa sempre andare meglio affinché il cambiamento non riguardi solo il futuro, ma anche il presente” – ha concluso.
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