A Lecce tolleranza zero sui piccioni. Un’annosa questione di salute pubblica che merita anche sanzioni se si vuole arginare il moltiplicarsi di questi volatili che infestano molte città, ma che va di pari passo con la carenza di elasticità manifestata dagli zelanti agenti della Polizia Municipale leccese più volte denunciata dallo “Sportello dei Diritti”, se l’episodio segnalatoci appare davvero al limite dell’eccesso ed oltre lo zelo.
A sottoporre alla nostra attenzione l’ennesimo ed ultimo caso è un cittadino filippino che ci ha riferito che si trovava col proprio bambino di quattro anni, quest’ultimo intento a rincorrere e dare da mangiare qualche briciola ai colombi che svolazzano e si appollaiano in Piazza Italia, da tempo passata alla cronache per lo stato d’incuria cui spesso si è trovata.
Evidentemente, da un eccesso di abbandono della piazza nota per il Monumento ai Caduti che si affaccia sulla dirimpettaia Porta San Biagio, si è decisi a passare alle vie di fatto e, circostanza insolita per la città capoluogo del Salento, ove il fenomeno della proliferazione dei piccioni non è mai stato così fuori controllo, gli agenti della Polizia Municipale hanno comminato una multa di 166,70 euro direttamente al genitore, il quale complice la lingua e l’assenza di segnaletica in loco che vietasse la somministrazione di “cibo ai colombi” (così si legge nel verbale) è rimasto letteralmente sbigottito e non ha proferito parola per contestarla. Un caso che – per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – merita una riflessione perché ci ricorda i tempi nei quali chi si occupava di polizia locale era solito richiamare i cittadini per interrompere un’azione apparentemente innocua che, tuttavia, era sanzionabile, prima di prendere il taccuino e vergarlo con la punizione. In ogni caso, l’occasione è propizia per farci ricordare: “occhio a dar da mangiare ai piccioni perché si rischia una multa salata!”.