Si entra nel vivo del progetto di riqualificazione del tratto del lungomare della città vecchia, in particolare nel tratto compreso tra il museo di Santa Scolastica, il molo di San Nicola e il molo Sant’Antonio. Sono infatti diventate esecutive le ordinanze di sgombero della struttura demaniale marittima situata all’interno dell’edificio insistente sul molo Sant’Antonio, nel porto vecchio di Bari.
In particolare, il Comune ha emesso cinque ordinanze di sgombero dei 5 box fino ad ora gestiti da cooperative o associazioni al Molo di Sant’Antonio.Questi ultimi dovranno essere liberati entro e non oltre il 10 gennaio per permettere l’avvio dei lavori del waterfront di Bari Vecchia. Qui sarà realizzato anche un museo del mare per un valore complessivo di 16 milioni più 5,5 milioni di euro per opere complementari.
Dopo gli sgomberi la zona sarà così cantierizzata. I lavori dureranno circa un paio d’anni. Il progetto, redatto dal costituendo RTP S.M.N. – Studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, rappresenta il primo elaborato ufficiale della riqualificazione, il cui studio di fattibilità era stato oggetto di un concorso di progettazione che riservava all’amministrazione comunale la possibilità di affidare al vincitore della competizione i successivi gradi di progettazione. Si tratta di una riqualificazione fondamentale per lo sviluppo della città di Bari, che ha richiesto i tempi necessari per implementare gli elaborati progettuali già presentati dal raggruppamento vincitore in sede di concorso, completandoli con tutti quelli previsti per legge per il livello di progettazione preliminare, in modo da rendere gli interventi realmente realizzabili nel rispetto del paesaggio e del nostro patrimonio naturale e architettonico.
Tra i primi interventi previsti, in particolare, vi è proprio la riqualificazione funzionale delle attività presenti sul molo San Nicola, con particolare riferimento alle attività del mercato del pescato fresco, per le quali si propone un adeguamento architettonico che consentirebbe di svolgerle nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza vigenti. Il molo Sant’Antonio è invece la terza componente del progetto di riqualificazione. Trattandosi di un luogo essenzialmente “tecnico”, ovvero che ospita attività commerciali e legate al lavoro di piccoli pescatori, perlopiù incompatibili con la vocazione che il molo ha per la sua posizione strategica, in prossimità del nuovo Polo delle Arti, sarà ridisegnato, a partire dall’edificio esistente, con l’inserimento, al suo interno, di una di una serie di funzioni legate al turismo, alla ricettività e al tempo libero. Dal punto di vista geometrico il nuovo edificio si imposta sull’asse longitudinale di quello esistente, confermandone la volumetria.