Gennaio si apre con il debutto di Qualcuno morirà al Teatro Kismet di Bari, una serie teatrale a puntate che vedrà il coinvolgimento in prima persona del pubblico per risolvere un intricato caso. La nuova produzione Teatri di Bari sarà in scena dal 2 al 4 gennaio alle ore 21 con due episodi a serata, mentre il 7 gennaio si terrà una maratona alle ore 18 con tutti i sei episodi.
Si tratta del secondo appuntamento del progetto triennale Murder Theatre, che Teatri di Bari sta conducendo, in collaborazione con Associazione Malalingua ETS, sulle moderne declinazioni del genere giallo a teatro, anche rispetto alla sperimentazione di innovativi meccanismi narrativi mutuati da discipline diverse come l’audiovisivo, con particolare riferimento al tema della serialità. Lo spettacolo diretto da Marco Grossi, vede un gruppo di personaggi – interpretati da Nunzia Antonino, Michele Cipriani, Valentina Gadaleta, Augusto Masiello e William Volpicella – riuniti in un luogo da cui non si può uscire. Perché sono lì? Ognuno pare avere motivazioni diverse, eppure nessuno accenna ad andare via. Finalmente l’annuncio, portato da un improbabile messaggero: “Tra di voi qualcuno morirà…”. Pian piano si svela sul palcoscenico una rete di relazioni imprevedibili, vecchie storie emergono da un passato in cui erano state a fatica sepolte, storie legate a qualcosa che è successo a Bari, ormai più di vent’anni fa, nella Puglia degli anni ’90. Sarà il pubblico a dover svelare l’enigma insieme ai protagonisti della nostra storia, in un’escalation di imprevisti e di colpi di scena, fino al disvelamento finale.
Uno spettacolo che ribalta una storica regola del teatro: i telefoni cellulari potranno essere tenuti accesi e, anzi, grazie a una particolare piattaforma online, sarà possibile accedere a una serie di contenuti, documenti crittati, fotografie, vecchi articoli di giornale, ricostruzioni digitali, che consentiranno di arricchire e completare le informazioni necessarie a elaborare una propria versione dei fatti e a chiarire una vicenda all’apparenza incomprensibile e surreale.