C’è una via Manzoni del passato e una via Manzoni del presente. Quella che un tempo era la via Sparano del quartiere Libertà, è oggi il simbolo del declino, del buio e delle saracinesche che si abbassano e non si alzano più. Moltissimi i locali dismessi, cartelli con la scritta “affittasi” o “vendesi”. Via Manzoni sta morendo. In parte per colpa della crisi, sì, che però ha colpito molto meno altre arterie dello shopping come corso Cavour o via Argiro e si è abbattuta inesorabile su quartieri meno “abbienti” come il rione Libertà.
Passati i tempi in cui fiumi di gente attraversavano questa strada. Le difficoltà hanno avuto inizio più di 15 anni fa, a causa dell’interruzione del mercato di via Nicolai e dello spostamento delle fermate degli autobus di linea, verso zone più centrali. In compenso crescono le comunità di stranieri che vivono nei sottoscala o in quelli che un tempo erano locali aperti al pubblico. Il risultato è che la sera, dopo le 20, scatta il coprifuoco: il silenzio e la desolazione sono rotti da musica ad alto volume o da risse che si ripetono in tarda notte.
C’è un’altra novità che continua a far discutere: una prima pedonalizzazione ‘light’ proposta per rilanciare commercio e passeggio su una strada da tempo ormai in declino: dopo anni di idee e proposte, il 2023 sarà quello della chiusura al traffico di una parte di via Manzoni. Un modello che ha avuto successo in altre zone del capoluogo, come ad esempio in via Argiro e via Roberto da Bari.
La chiusura al traffico ha permesso di aprire attività e bar riqualificando completamente strade che fino a poco tempo prima erano di passaggio con l’auto, sostanzialmente raddoppiando gli spazi di passeggio del Murattiano e facendo vivere zone anche ad orari differenti rispetto a quelle di apertura e chiusura dei negozi. Su via Manzoni l’idea è sicuramente più ambiziosa e di partenza meno semplice: si tratta, infatti, di creare un primo ‘embrione’ di una nuova zona pedonale, in un quartiere che al momento, di fatto, ne è sprovvisto. Ma in questi isolati l’idea piace poco. Il timore è che la strada possa isolarsi ulteriormente: “Qui – spiega un residente – ci sono orari in cui anche solo portare il proprio cane a fare un giro, fa paura. Io non credo che chiudere sia una soluzione. Le istituzioni – conclude – dovrebbero ascoltarci”. Gli fa eco un altro residente del quartiere: “Già ora trovare un posto per l’auto è complicato. Figuriamoci con le strade chiuse”. “Invito tutti – prosegue una signora che tira il carrello della spesa – a farsi una passeggiata dopo le 20”. E i commercianti? Fanno spalluccia. “Qui è il deserto. Credono così di ridare vita alla strada? Vedremo. Molti di noi ci crediamo poco”.