L’Università degli studi di Bari Aldo Moro, in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia, il Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Sezione di Firenze e di Bari) e l’Istituto agronomico mediterraneo (Ciheam) sono risultati vincitori di un progetto di ricerca finalizzato a limitare e/o a ridurre la diffusione della Xylella fastidiosa, in risposta a un bando competitivo pubblicato dal Ministero delle Politica agricole, alimentari e forestali.
Il progetto è coordinato dalla professoressa Luisa Torsi del dipartimento di chimica e avrà una durata complessiva di 3 anni, per un budget complessivo di circa 1 milione di euro. Il progetto 1LiveXilella, si pone l’obiettivo di sviluppare tecnologie portatili complementari e protocolli ultrasensibili per la diagnosi simultanea sia della presenza che della replicazione attiva di un singolo batterio di Xylella fastidiosa in tessuti di pianta e insetti vettori.
Il gruppo di lavoro coinvolge per UniBa oltre al dipartimento di chimica, il dipartimento di farmacia e scienze del farmaco con la dottoressa Eleonora Macchia e il dipartimento di fisica con il professore Gaetano Scamarcio.
Una delle criticità nella diagnosi del batterio, è la mancanza di protocolli ultrasensibili in grado di rilevare il batterio in attiva replicazione e che siano direttamente applicabili in campo considerato che rilevamento di un patogeno i ‘point-of-care’ è fondamentale per uno screening rapido e una diagnosi precoce dell’infezione. Ad oggi, infatti le misure di sorveglianza imposte dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2020/1201del 14/08/2020, prevedono che i controlli ufficiali da effettuare nei programmi di monitoraggio siano basati sull’uso di tecniche di diagnosi molecolare quali Pcr convenzionale, la Pcr quantitativa in tempo reale (qPcr) o l’amplificazione isotermica Lamp.
Il progetto “Tecnologie portatili e protocolli innovativi per la diagnosi ultrasensibile di Xylella fastidiosa direttamente in piante e vettori – 1LiveXylella” si propone di mettere a punto nuovi sistema di diagnosi da campo attraverso il raggiungimento due obiettivi principali. Il primo è la messa a punto di nuovi protocolli di estrazione rapidi ed efficienti (da diverse matrici come tessuti vegetali, insetti) da utilizzare direttamente in campo allo scopo di ridurre sensibilmente gli inibitori presenti negli estratti, che possono compromettere i risultati diagnostici. Secondo l’impiego di un approccio multidisciplinare innovativo costituito da due strumenti, con caratteristiche complementari, portatili efficienti, economici e facile da usare.
1LiveXylella svilupperà un primo dispositivo portatile basato sulla tecnologia “Single Molecule with a large Transistor – SiMoT” una piattaforma bioelettronica qualitativa del tipo ON-OFF basata su electrolyte gated organic field-effect in grado di determinare il singolo batterio Xylella fastidiosa direttamente in 0.1 mL. Questa è pari ad una concentrazione di 10^-20 molare ed è un ordine di grandezza migliore della qPcr. La piattaforma bioelettronica sarà utilizzata per analizzare almeno 100 campioni di estratti di pianta e di vettore infetto. L’unità Unibs avrà in carico il delicato compito di fare in modo che la piattaforma SiMoT realizzata e validata in laboratorio sia opportunamente ingegnerizzata e miniaturizzata per ottenere un dispositivo portatile che consenta l’analisi in situ del batterio minimizzando il tempo di analisi dalla raccolta del campione fino al risultato finale.