La situazione dei canili è drammatica e le adozioni dei cani sono in stallo. La fotografia scattata da Patrizia Giaquinto, presidente dell’associazione “Nati per amarti”, non solo del canile sanitario di Bari da lei gestito, ma di tutti i canili di Italia è davvero preoccupante. E da quanto racconta Giaquinto a Borderline24, dal post pandemia e con l’arrivo del conflitto in Ucraina “la situazione è drasticamente peggiorata”. Varie sono le motivazioni che stanno limitando le adozioni. A cominciare dalle difficoltà economiche e lavorative della maggior parte della popolazione. Inoltre, “c’è stato bisogno di collocare un grandissimo numero di cani orfani o randagi ed in condizioni disperate nella zona del conflitto ucraino. Sono stati importanti in Italia andando ad affollare i nostri canili già in difficoltà”.
Ma Giaquinto precisa ancora che “sta emergendo un nuovo e grossissimo problema: sta diventando difficile trovare appartamenti in affitto dove è consentito l’ingresso degli animali. Una imposizione illegale, perché non esiste una restrizione della legge in tal senso. Anzi è stata duramente condannata”.
Non ultimo il problema dei cosiddetti ‘cagnari’ che allevano illegalmente cani di taglia piccola e richiestissimi. “Con 100-200 euro si può avere un cane, quindi perché la gente dovrebbe venire ad adottare in un canile? Ora – precisa Giaquinto – c’è il boom dei barboncini color albicocca. Cosi come dei pitbull che stanno invadendo tutte le strutture di Italia. Un pitbull che entra in canile ci rimane per 15 anni occupando un box per tutto il periodo, perché non verrà adottato da nessuno. E tutto questo solo per moda”.
Il presidente dell’associazione “Nati per amarti” però precisa: “Bisogna adottare responsabilmente non come regalo di Natale né come regalo per i bambini né come sorpresa. Non si tratta di un maglioncino. Il cane è una vita che si accoglie, quindi non ci può essere nessun ripensamento”.
Giaquinto invita infine l’amministrazione, non solo a fare più controlli sulla presenza dei microchip, ma anche a “prevedere anche qualche misura di sostegno per le fasce economiche più deboli. Sarebbe un bene – dice – perché c’è tanta gente buona e di cuore che vorrebbe un cane, ma non può mantenerlo”.