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Covid e calo delle nascite, così Bari ha perso 1.784 residenti nel 2020: “Puntiamo a migliorare qualità di vita dei cittadini”

Pubblicato da: redazione | Lun, 19 Dicembre 2022 - 16:00

Nel 2020 c’è stata una perdita di popolazione nel Barese di circa 1.784 unità dovuta sia al calo delle nascite sia a una crescita dei decessi, aggravata ulteriormente dal covid 19. E’ quanto emerso dagli ultmi dati disponibili, fonte Istat, evidenziati in mattinata a Palazzo di Città dove sono stati illustrati i dati relativi alla Relazione sociale e al piano di interventi previsti dal nuovo PSZ – Piano sociale di zona per il prossimo triennio.

Si tratta, in particolare, di un’occasione per conoscere il resoconto e il monitoraggio del lavoro e dei servizi erogati dal Welfare comunale nel 2021 misurando, tra gli altri aspetti, il coinvolgimento dei cittadini nelle progettualità e l’analisi delle prese in carico dal sistema del Welfare, messo in campo dall’assessorato in rete con le agenzie territoriali pubblico-private, gli enti non profit e la rete del volontariato.

La Relazione sociale 2021 è stata elaborata e predisposta dalla ripartizione Servizi alla persona, dal settore comunale Osservatorio per l’inclusione sociale e contrasto alla povertà e condivisa dal coordinamento istituzionale (Asl, sindacati, associazioni di categoria) lo scorso 26 ottobre in occasione della nuova programmazione. Il documento evidenzia, nella prima parte, il trend principale relativo all’andamento demografico della città di Bari: un saldo negativo causato dalla contrazione delle nascite e dall’aumento dell’età media della popolazione. Entrando più nel dettaglio, a Bari, gli under 30 rappresentano il 27,5% della popolazione, a fronte del 30% costituito dagli over 60, con una netta prevalenza del genere femminile (52%) determinata anche da una maggiore longevità delle donne over 80 e un invecchiamento progressivo. Un andamento che ha orientato il potenziamento di azioni a sostegno della terza età anche attraverso il primo Piano sull’invecchiamento attivo e la non autosufficienza elaborato dall’assessorato al Welfare.

Tanti i nuovi servizi pianificati, come gli Empori socio-sanitari per la terza età con screening e visite gratuite, gli empori farmaceutici per la distribuzione gratuita di farmaci e ausili, la sperimentazione di azioni di telemedicina, ma anche il co-housing per anziani e gli interventi diffusi per promuovere l’invecchiamento attivo (palestre sociali, teatro e arteterapia, digitalizzazione e informatica per la terza età, contrasto truffe digitali, consulenze psicologiche, ecc.). L’analisi dei dati del 2021 del servizio di Segretariato sociale relativo alla raccolta di istanze presso gli sportelli diffusi su tutto il territorio ha permesso di monitorare la richiesta di 16.347 cittadini, in netto aumento rispetto al 2020 (+ 2.736), circostanza che attesta, inoltre, l’aumento di fiducia nelle istituzioni e la maggiore capacità di prossimità degli sportelli, rafforzati da presenza delle unità di strada, app e numero unico telefonico di accesso.

Gli utenti che hanno presentato effettiva richiesta dei servizi del welfare agli sportelli di Segretariato sociale sono stati 3.653 al netto della gestione emergenziale avviata attraverso piattaforme dedicate e avvisi pubblici. Un aumento significativo, che passa dagli 11.000 del 2018 agli oltre 16.300 nel 2021. Le prestazioni fornite dal servizio sono state 3.653, al netto della gestione emergenziale avviata attraverso piattaforme dedicate e avvisi pubblici.

Tali dati si sommano alle richieste pervenute agli sportelli dei servizi PUA – Porta unica di accesso presso i distretti, e a quelle inoltrate direttamente tramite avvisi pubblici e segretariato dei servizi pubblici di prossimità (PIS, segretariato sociale centri servizi per le famiglie, centri diurni, ecc.). Tra queste ultime si rilevano in particolare: 2.301 istanze accolte dalla PUA per bisogni socio sanitari (RSSA, ADI sanitarie, Hospice); 686 richieste di contributi economici straordinari; 333 richieste di accesso ai servizi a bassa soglia – Case di comunità per singoli; 1.800 accessi all’Emporio della salute e 2800 farmaci distribuiti; 1.407 utenti beneficiari di social bag.

La PUA e l’UVM – Unità di valutazione multidimensionale garantiscono l’accesso del cittadino alla rete dei servizi socio-sanitari distrettuali e alla rete dei servizi sociali di Ambito, promuovendo la semplificazione delle procedure, l’unicità del trattamento dei dati, l’integrazione nella gestione del caso, la garanzia per l’utente di un certo tempo per la presa in carico. Le UVM prodotte sono state 835 (l’articolazione per fasce di età vede una netta prevalenza degli ultra75enni). La Relazione sociale 2021 fotografa la mappa locale dell’offerta di servizi socio-sanitari, da quelli per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi a quelli di pronta accoglienza, orientamento e inclusione attiva.

Nell’area delle povertà estreme il PIS – Pronto intervento sociale, che garantisce interventi sociali urgenti sulle 24 ore, si conferma come uno dei servizi prioritari, consolidatosi negli ultimi anni come servizio essenziale anche nella programmazione regionale e nazionale delle misure di contrasto alle povertà (D.Lgs. 147/2017 e D.L 4/2019). Le attività del Pronto intervento sociale hanno avuto diversi ambiti di intervento, con una netta prevalenza nelle aree relative a “persone senza dimora”, “immigrazione”, “minori” (soprattutto stranieri non accompagnati) e “anziani”: il numero di casi segnalati nel 2021 è pari a 2.946, sostanzialmente analogo a quello del 2020, ma si è abbassata l’età dei richiedenti, con prevalenza di uomini in età compresa fra i 19 e i 34 anni, mentre il 28,8% dei casi segnalati riguarda situazioni di persone in difficolta economica, il 19,8% senza dimora, il 17% immigrazione, il 5% problemi sanitari.

Particolarmente rilevanti sono i dati che attengono i bisogni abitativi che hanno previsto per l’anno 2021 circa 600 posti in accoglienza, nei vari servizi, quadruplicati rispetto a 8 anni fa grazie a importanti investimenti effettuati dall’assessorato al Welfare. In crescita, inoltre, i bisogni e le povertà educative nonché i problemi legati alla dimensione della genitorialità, alla luce delle richieste pervenute da parte di famiglie e genitori, passate da 1.838 a 3.593, con un aumento pari a 1.755 richieste per servizi di sostegno alla genitorialità (sostegno psicologico per adolescenti e genitori, scuola genitori, gruppi parola, ecc.), e accesso agli avvisi pubblici, come quello per la Boutique e l’Emporio sociale della Casa delle bambine e dei bambini, che nel corso del 2021 ha distribuito 11.060 buoni alimentari e 1810 buoni farmaceutici più altri beni materiali.

Per rispondere a questa tipologia di bisogni è stato predisposto il primo Piano di contrasto alle povertà educative grazie alla sperimentazione di welfare culturale realizzata con la rete Bari Social Book, che ha visto la nascita di 28 spazi sociali per leggere, al potenziamento dei centri socio-diurni per minori e al rafforzamento delle progettualità di educatori di strada e dei centri di ascolto per le famiglie. Attraverso le misure di supporto alimentare (social bag e buoni alimentari) erogate con differenti canali (Servizio sociale professionale – SSP, Casa delle bambine e dei bambini – CBB e Sportello social bag) sono stati raggiunti 54 nuclei familiari e 1.806 utenti singoli e distribuite 694 social bag

Con riferimento alle misure di supporto a tutela della salute (farmaci e buoni farmaceutici), attraverso il Servizio sociale professionale sono stati erogati 364 buoni farmaceutici che si aggiungono ai 1.810 buoni farmaceutici erogati attraverso la CBB e ai 2.800 tra farmaci e presidi medico-chirurgici consegnati a utenti presi in carico dal SSP e distribuiti tramite l’Emporio della salute. In relazione ai dati quantitativi emersi, ai momenti di confronto attraverso focus group ma anche a seguito del percorso di co-progettazione di questi ultimi mesi, è stato elaborato il nuovo Piano Sociale di Zona 2022-2024.

Al processo di programmazione del Piano, approvato in Consiglio comunale lo scorso 5 dicembre, hanno partecipato oltre 100 realtà, tra enti pubblici ed enti del terzo settore, Distretto socio sanitario Asl BA, CSM – SerD e sindacati. Il piano approvato rappresenta il più consistente e dettagliato PSZ mai approvato sulla città di Bari, di valore superiore a 170 milioni di euro.

“Secondo i dati del MEF, a Bari il 21% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e, a questa fetta di persone, si aggiunge un 7,6% di popolazione a rischio – ha commentato l’assessora al Welfare Francesca Bottalico -. Sono numeri impressionanti, ai quali si aggiungono quelle povertà profonde, più intime e complesse, che spesso vengono rilevate in maniera indiretta dai nostri sportelli e servizi, come nel caso delle solitudini, del disagio psicologico, delle violenze, delle forme di isolamento e depressione che mai come in questo momento stanno toccando tutti, a cominciare dagli adolescenti. Bisogni che richiedono un lavoro a tutti i livelli, sociale, educativo, economico, socio-sanitario e culturale, con una programmazione politica lungimirante e coraggiosa, che investa sulle connessioni tra pubblico e privato e favorisca la crescita e la tutela professionali di chi opera quotidianamente nella cura” – ha sottolineato evidenziando quello su cui è necessario lavorare per cambiare lo stato delle cose.

“Le analisi dei bisogni, con la conseguente valutazione, co-programmazione e ascolto dei territori – ha proseguito – per il welfare rappresentano un momento imprescindibile per ogni tipo di intervento. In questa direzione l’assessorato e la rete territoriale stanno puntando non solo ad effettuare nuovi investimenti ma soprattutto a strutturare una governare capace di rispondere alle esigenze promuovendo al contempo l’autonomia e l’autodeterminazione delle persone più vulnerabili e sostenendo le reti di comunità e familiari e tutte le nuove forme di welfare culturale e di comunità capaci di incidere per il miglioramento della qualità di vita dei nostri concittadini” – ha concluso.

Foto repertorio

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