I lavori da 370 milioni di euro per il nodo ferroviario a sud di Bari possono riprendere. Lo ha deciso il Consiglio di Stato a tre settimane dalla sentenza del Tar che aveva annullato l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione Puglia.i
Con un’ordinanza del presidente della Quarta sezione del Consiglio di Stato è stato quindi accolto il ricorso urgente di Rfi, che gestisce l’appalto: i lavori possono riprendere, ma – in attesa della discussione nel merito dell’appello, fissata al 12 gennaio – gli operai devono rimanere a 500 metri dalla casa di famiglia, quella dei sette residenti di Triggiano che hanno presentato ricorso.
Il progetto del Nodo Ferroviario prevede il cambiamento del tracciato dei binari con un arretramento che libera i quartieri a sud di Bari dall’attraversamento, il raddoppio dei binari per 10 chilometri, e importanti opere già parzialmente realizzate di intersezione con gli assi stradali esistenti. Il ricorso al Tar contro l’opera di Rfi era stato presentato da associazioni ambientaliste, proprietari di immobili e terreni confinanti con parte del tracciato ferroviario e dal Comune di Noicattaro. Contro questa sentenza hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato Rete Ferroviaria Italiana, Regione Puglia e diversi altri enti e ministeri interessati a vario titolo nel procedimento amministrativo.
Le associazioni ambientaliste e i ricorrenti non si fermano. “La sentenza esiste, quella del Tar che ci ha dato ragione e faremo di tutto per fare valere le nostre ragioni”, dichiara il legale Giacomo Sgobba.