Un lungo corteo di bandiere rosse, capeggiato dal segretario generale Maurizio Landini, ha attraversato oggi 14 dicembre Bari nel giorno dello sciopero generale di otto ore proclamato dalla Cgil Puglia contro la manovra di bilancio del Governo. Migliaia tra lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, tantissimi giovani, hanno sfidato la pioggia per una manifestazione alla quale hanno aderito tantissime associazioni di impegno civile e sociale. Bandiere dell’Anpi, dell’Arci, di Libera, quelle delle associazioni studentesche, “a dimostrazione – ha affermato il segretario della confederazione regionale, Pino Gesmundo – che l’allarme rispetto alle ricadute della legge di bilancio è diffuso”. In corteo anche tantissimi amministratori locali, sindaci, esponenti politici, personalità della cultura e del mondo accademico, che in questi giorni hanno aderito all’appello della Cgil e manifestato sostegno allo sciopero.
“Non potevamo non manifestare e scioperare qui in Puglia – ha ricordato Gesmundo nel comizio dal palco allestito in Piazza Federico II di Svezia, contro una manovra che colpevolizza e punisce i poveri, aumenta la precarietà, premia gli evasori e favorisce l’iniquità del sistema fiscale, non fa nulla per sostenere salari e pensioni sulle quali anzi fa cassa per sostenere condoni. Non potevamo nella regione dove il 24,5 per cento delle famiglie e in povertà relativa dice l’Istat, dove ci sono 80mila uomini e donne che sono povere pur lavorando, a causa di precariato e bassi salari. Dove ci sono percentuali di partecipazione al mercato del lavoro delle donne tra le più basse d’Europa, dove altissimo è il numero dei Neet e i giovani continuano a emigrare esponendo a rischio desertificazione sociale questi territori”.
Una condizione che rischia di aggravarsi a causa delle misure della manovra economica: “Dal ripristino dei voucher alla flat tax, dall’abolizione del reddito di cittadinanza alle misure previdenziali, dalle poche risorse per sanità e scuola, è lungo l’elenco dei provvedimenti a nostro avviso sbagliati e ingiusti, che avranno ricadute ancor più pesanti in un territorio come quello pugliese afflitto anche da numerose crisi produttive. La Puglia, il Sud, hanno bisogno di buona occupazione, di investimenti per sostenere il manifatturiero nelle sfide dell’innovazione e della transizione energetica e digitale, di spendere bene e subito le risorse del Pnrr. Ha bisogno in primis che si sostengano salari e pensioni a fronte di un’inflazione che davvero sta spingendo tantissime famiglie a non riuscire a quadrare i conti a fine mese”.
Sul palco si sono succeduti interventi di amministratori, lavoratori stranieri, studenti, operai, a descrivere la condizione difficile che vive il mondo del lavoro. E come ha affermato nelle conclusioni Maurizio Landini, “o il Governo decide di rispondere ai bisogni che il mondo del lavoro e la sua rappresentanza portano ai tavoli del confronto, o di procedere sulla propria strada ma in quel caso la nostra mobilitazione non si fermerà”.
“Questa è una manovra che va cambiata perché iniqua, aumenta le disuguaglianze, non tiene conto del potere d’acquisto di salari e pensioni, anzi si applica la Flat tax a redditi alti. Di contro si fa cassa sul reddito di cittadinanza in un Paese dove aumenta la povertà. Sono il primo a dire che serve il lavoro ma reddito di cittadinanza e politiche attive sono due cose differenti e lo abbiamo detto dal principio che è stato un errore metterle assieme”. E mentre si fa tutto questo “non si toccano quanti si sono arricchiti in questa fase” con l’esplosione dei costi energetici. Così come invece di “mettere la mano al jobs act e a tutte quelli leggi che hanno precarizzato il lavoro si reintroducono i voucher, rispondendo a chi guarda al lavoro e alle persone come a una merce. Serve anzi, come propone la Cgil, un nuovo statuto del lavoro che metta i diritti in capo alle persone”.
L’obiettivo, quello dichiarato dalla Cgil, è di spingere il Governo e il Parlamento a cambiare questa manovra. Se non accadrà, avvisa Landini, “chiederemo a tutti di proseguire con la mobilitazione perché il mondo del lavoro, i pensionati, i giovani, quelli che rappresentiamo, sono la parte sana di questo paese”.
“È una manovra sbagliata – ha aggiunto il presidente della Regione Puglia – anche vista da destra, perché sono certo che tanti elettori di centrodestra non condividono questa impostazione. Forse neanche la loro stessa cultura – ha concluso Emiliano – rende compatibile questa manovra con la situazione del paese”.