Controlli ambientali per lo stabilimento ex Ilva, la procura di Taranto ha dato il via alle indagini: in tre sotto accusa. Le ipotesi di reato, secondo quanto emerso, sarebbero tentata concussione, falso e inquinamento ambientale.
Il gip Francesco Maccagnano, su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del sostituto Maria Grazia Anastasia, ha disposto la proroga delle indagini nei confronti di tre persone: un 59enne, un 55enne e un 67enne. L’indagine, in particolare, è stata avviata da tempo, ma è stata resa nota solo ora e riguarda i lavori di adeguamento dello stabilimento tarantino a dieci anni di distanza dal sequestro dell’area a caldo, firmato nel luglio del 2012 dal gip Patrizia Todisco.
Secondo l’Ispra, il percorso di messa in sicurezza degli impianti, procede senza particolari intoppi. L’ultimo rapporto dell’istituto di controllo sui lavori di adeguamento in fabbrica, relativo più nello specifico al primo semestre del 2022, è firmato da uno dei tre indagati. Dall’efficacia di quegli interventi dipende però il dissequestro dell’area a caldo. Si tratta, di fatto, di uno dei principali elementi al centro della trattativa tra Invitalia e ArcelorMittal. Entrando più nel dettaglio, senza la revoca del provvedimento di sequestro, l’accordo tra lo Stato e il socio privato per l’acquisto del complesso aziendale, potrebbe non andare a buon fine e non concludersi.
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