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Rifiuti pericolosi abbandonati nelle campagne tra Bari e Modugno, scattano sequestro e denuncia

Pubblicato da: redazione | Gio, 8 Dicembre 2022 - 12:03

Lotta per il contrasto all’inquinamento ambientale. Le indagini di polizia giudiziaria sono iniziate nel mese di ottobre allorquando una pattuglia della Polizia Locale di Bari in servizio di “controllo antidegrado” ha rinvenuto sulla strada provinciale Modugno-Ceglie del Campo, 7 fusti conteneneti residui di colla esausta, smaltiti ed abbandonati illecitamente nelle campagne adiacenti la rete viaria.

Dopo il primo iniziale sequestro preventivo dei fusti e sostanze rinvenute sul posto ed una puntuale attività investigativa su delega dell’autorità giudiziaria, anche mediante le interlocuzioni con le aziende produttrici dei fusti abbandonati, gli agenti sono riusciti a risalire all’azienda responsabile dell’illecito smaltimento sita nella zona industriale di Bari/Modugno, dove a fine novembre scorso sono stati altresì rinvenuti altri 9 fusti metallici – della capienza di 170 litri – appartenenti allo stesso Lotto di produzione di quelli rinvenuti abbandonati ad ottobre e contenenti la stessa sostanza pericolosa (residui di colla per lavorazioni industriali Codice rifiuto EER 150101*).

L’area all’interno dell’azienda e i nuovi fusti rinvenuti pure all’interno dello stabilimento sono stati posti sotto sequestro giudiziario e a carico dell’ amministratore della società è stata inviata informativa per il reato ambientale.

Inoltre, al soggetto responsabile è stata contestata la violazione amministrativa di cui all’art. 258 sempre del Codice dell’ambiente che prevede, con riferimento alla omessa registrazione di rifiuti pericolosi, che “Chiunque ometta di tenere, ovvero tiene in modo incompleto, il registro di carico e scarico dei rifiuti di cui all’articolo 190, comma 1, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da duemila a diecimila euro. Se il registro è relativo a rifiuti pericolosi (come in questo caso) si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da diecimila euro a trentamila euro, nonché nei casi più gravi, la sanzione amministrativa accessoria facoltativa della sospensione da un mese a un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsabile dell’infrazione e dalla carica di amministratore”.

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