Una cantata scenica, sacra, profana e piena di speranza, liberamente ispirata al racconto di uno dei grandi intellettuali rivoluzionari del Novecento, per il nuovo appuntamento della Stagione serale ‘Sconfinamenti’ del Teatro Kismet. Giovedì 8 dicembre alle ore 21 all’Opificio per le Arti di Bari va in scena Profezia…In dialogo con Pasolini, produzione Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca – Teatro Luciano Pavarotti di Modena, ispirata al racconto ‘Profezia’ del rivoluzionario intellettuale.
Alì dagli occhi azzurri / uno dei tanti figli di figli, / scenderà da Algeri, su navi/ a vela e a remi. Saranno/ con lui migliaia di uomini/ coi corpicini e con gli occhi/ di poveri cani dei padri/ sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, / e il pane e il formaggio, recitano alcuni versi del componimento realizzato alla fine degli anni Sessanta, ispirato da un racconto di Jean-Paul Sartre ambientato nel tempo e nei luoghi della guerra d’Algeria.
L’opera da camera – su libretto di Sandro Cappelletto, che fa da voce narrante allo spettacolo insieme a Alessandra Arcangeli, e arricchita dalle musiche di Matteo D’Amico e dagli interventi musicali dei Fratelli Mancuso, Enzo e Lorenzo – vuole essere una risposta attraverso parole, canto e musica a quella Profezia indicata da Pasolini, pensando ai tanti Alì che non ha potuto conoscere, dei viaggiatori che hanno affidato la loro speranza al mare, e che alla fine in esso sono precipitati. “Lui non ha avuto il tempo per vedere quanto presto si sia realizzata – raccontano gli autori dello spettacolo – Allora, abbiamo il desiderio di informarlo noi, di dirgli come stanno andando le cose, quasi gli stessimo scrivendo una lettera fatta di parole, canto e musica per, se così possiamo dire, aggiornarlo. E anche per chiedergli se ha davvero pensato che sia esistito, che mai potrà esistere, un Alì dagli occhi azzurri, mite figura, favolosa come un alieno. Se ci sia mai stato, forse, qualcuno con questo nome, questo destino e questo sogno”.