“I treni della mattina? Mai una volta che arrivino in orario o che siano vuoti, arrivare a scuola è un’odissea”. È il racconto di una studentessa barese, al quale fanno eco le segnalazioni di tanti altri pendolari, tra cui anche lavoratori, che, ogni mattina, per andare a scuola, prende il treno per Bari dalla stazione di Palese.
Treni in ritardo, carrozze stracolme e porte bloccate dalla presenza dei pendolari che, pur di non perdere l’opportunità di arrivare in orario “viaggiano schiacciati come sardine”. Sono solo alcune delle problematiche che, quasi ogni giorno, vivono i residenti di Palese, ma anche Santo Spirito. La maggior parte dei disagi, sottolineano “riguardano le corse per Bari” maggiormente frequentate nelle ore di punta, in particolare quelle dalle 7 alle 8.30 e dalle 13 alle 14 circa. In alcuni casi però, disagi analoghi, coinvolgono anche le tratte in direzione Nord, ovvero per Molfetta che però, precisano “è sempre meno affollata” e in cui è maggiormente facile “trovare posto”.
“O parti alle 5 e arrivi ore prima a scuola – sottolinea la studentessa – oppure devi sperare che il treno passi e soprattutto che non sia pieno. Ogni mattina rischio o di arrivare tardi a scuola o di non arrivarci affatto. Il treno delle 7.35, un orario giusto, almeno per le mie necessità, è sempre stracolmo. Ho provato una volta a prendere quello delle 7.05, ma la storia era la stessa. A volte alcune persone evitano di salirci perché oggettivamente non c’è posto. Non tutti però possono aspettare la corsa successiva soprattutto noi studenti e i lavoratori, anche perché non è detto che, aspettando il treno dopo, ci siano speranze che la situazione sia migliore” – ha specificato.
Segnalazioni analoghe si susseguono quotidianamente anche sul gruppo “Pendolari pugliesi”, all’interno del quale in tanti, da tutta la regione, si confrontano sulla situazione dei treni. Il problema, soprattutto in merito alla corsa di Palese, secondo alcuni, riguarderebbe la presenza, per quelle corse così affluenti “di un treno Pop singolo”. Le segnalazioni sono ormai quasi quotidiane ed evidenziano una situazione che sembrerebbe essere all’ordine del giorno nel Barese e costringe molti a “rimandare” la propria corsa. A prova di ciò anche il video inviato alla nostra redazione in cui il capotreno esorta i pendolare ad aspettare il prossimo treno. “Dieci minuti e arriva” – si sente nel video.
“Viaggiamo come delle bestie – sottolinea un altro pendolare, lavoratore – non è possibile una situazione del genere. Ogni giorno i treni sono pienissimi e ogni giorno, puntualmente, ci sono ritardi. Ce la prendiamo con i capitreno, mi dispiace anche per loro, costretti a lavorare in queste condizioni. Si sceglie di prendere un treno o un bus proprio per evitare di restare bloccati nel traffico o di inquinare, qui a Bari parlano di futuro sostenibile, mobilità, nuove stazioni eppure, alla base, niente funziona come dovrebbe perché i bisogni dei cittadini di rado vengono ascoltati o assecondati. Eppure basterebbe incrementare il numero di carrozze o di corse. È allucinante dover vivere con l’ansia di non poter arrivare per tempo al lavoro, rischiando anche richiami. Ci risarciscano dello stress, è una situazione che porta al limite della pazienza” – conclude.
Alle sue parole fanno eco infine quelle di un’altra pendolare, lavoratrice che non nasconde la sua preoccupazione anche in merito all’aspetto della salute. “È vero, l’emergenza è rientrata – ha sottolineato – ma viaggiare in questo modo non è normale in ogni caso. Sono un soggetto fragile e non ho nessuna intenzione di ammalarmi, ne di Covid, ne di altro. Trovo questa situazione una grande mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini che le istituzioni promettono di proteggere. Non ha senso predicare bene e poi, razzolare male. Senza contare il modo in cui, ogni giorno, ci fanno andare al lavoro. Già la vita non è facile, se dobbiamo vivere arrabbiati o stressati e sempre preoccupati per dei servizi che dovrebbero funzionare e invece non vengono garantiti
provocando disagi allora è certo, non avremo vita ne facile, ne lunga” – ha concluso