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Mutui, le rate si fanno più care col rialzo dei tassi anche di 190 euro al mese. Ecco cosa fare

Pubblicato da: Adalisa Mei | Mar, 8 Novembre 2022 - 13:00

La Banca centrale europea ha alzato di nuovo i tassi di interesse di altri 75 punti base. Si tratta del secondo aumento consecutivo dopo quello di settembre. Dopo anni in cui sono rimasti sostanzialmente stabili (o negativi), nel 2022 i tassi di interesse sono risaliti già a luglio dello 0,50% e a settembre di 0,75%. Una mossa ancora volta a frenare l’elevata inflazione ma che si ripercuoterà sui mutui e prestiti di imprese e famiglie.

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Si tratta infatti di un duro colpo per le famiglie che hanno sottoscritto mutui a tassi variabili. Anche perché non sono state escluse, per i prossimi mesi, nuove strette per frenare l’inflazione, nonostante i rischi di recessione.

A settembre l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori aveva già calcolato, per i mutui a tasso variabile, un aumento della rata di +59,45 euro al mese, ovvero +713,38 euro annui (prendendo in considerazione un mutuo a tasso variabile dell’importo di 115.000 euro per la durata di 25 anni). Oggi tale situazione peggiora ulteriormente: considerando la stessa tipologia di mutuo, la rata, da settembre a novembre 2022, aumenta di ben +188,72 euro.

Come precisa la stessa Federconsumatori si tratta di : “Un aggravio insostenibile per molte famiglie, che si somma ai rincari a cui devono far fronte sul piano dell’energia e dei prezzi dei beni e dei servizi”.

“L’aumento dei tassi variabili dei mutui riguarda non solo i consumatori ma anche i commercianti e le imprese – precisa Massimo Melpignano, avvocato esperto di diritto bancario e finanziario- . Certamente è un problema, ma che alcuni possono gestire agevolmente sia con la stessa banca con cui si è sottoscritto il mutuo, sia legalmente”.

Vediamo quali sono le possibilità che ci offre la banca. Come spiega Melpignano: “In molti contratti di mutuo è possibile che sia stata inserita una clausola che autorizza, su richiesta del titolare del mutuo, la sospensione dei pagamenti delle rate. In questo modo ci si può prendere qualche mese di ossigeno per riorganizzarsi finanziariamente. In alcuni casi questa possibilità è prevista da contratto. La sospensione comunque difficilmente supera i sei mesi. Se la clausola non è inserita nel contratto, la banca può dimostrare disponibilità a venirci incontro e a sospendere comunque il mutuo.

La legge  – spiega ancora l’avvocato – prevede inoltre la rinegoziazione del mutuo. Ma anche in questo caso bisogna verificare il contratto. Si può modificare il tasso a fisso da variabile, abbassare la rata e rimodularla. Questo meccanismo si può prevedere, ma con il presupposto che la banca sia d’accordo. Non è un atto dovuto. Ovviamente la rinegoziazione del contratto deve essere gratuita. Si cambiano semplicemente le condizioni economiche del contratto . La procedura quindi consente di evitare nuove spese notarili e di risparmiare così diverse migliaia di euro”.

L’altra soluzione è la surroga del mutuo, detta anche portabilità o surrogazione. Si tratta dalla procedura introdotta dalla Legge Bersani che consente di trasferire il proprio mutuo a costo zero dalla banca con cui il contratto di mutuo è in essere a un secondo istituto. La surrogazione permette infatti di modificare i parametri del mutuo (durata, tasso) senza variare l’importo del debito residuo, e questo la rende molto conveniente.

“Ovviamente  – precisa l’esperto – perché un’altra banca compri il nostro mutuo deve trattarsi di un mutuo ‘conveniente’, ossia ci sia ancora una robusta parte di interessi da pagare”.

Melpignano spiega ancora: “Un’altra opzione che la legge ci mette a disposizione è il cosiddetto fondo Gasparrini, di cui è stata prorogata l’applicazione fino al 31 dicembre. Il fondo prevede la possibilità, per i titolari di un mutuo fino a 250.000 euro, contratto per l’acquisto della prima casa, di beneficiare della sospensione per 18 mesi del pagamento delle rate al verificarsi di situazioni di temporanea difficoltà. E – conclude l’avvocato – ci sono altre due buone notizie: è possibile accendere al fondo Gasparrini anche se si è maturato un ritardo nel pagamento della rata del mutuo non superiore però ai 90 giorni. E inoltre può essere richiesta anche la sospensione del mutuo richiesto per le ristrutturazioni della prima casa”.

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