Alcune zone del capoluogo pugliese saranno protagoniste di una riforestazione urbana. È quanto deciso dalla giunta comunale che, su proposta dell’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola, ha approvato ieri la proposta avanzata dal dipartimento di Scienze Agro ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari per l’affidamento, riqualificazione, cura e rigenerazione di alcune aree di proprietà comunale.
Si tratta, in particolare, di sei aree ubicate nel territorio del Municipio II, nel quartiere Poggiofranco, tra via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa e la Lama Picone, che, appositamente individuate, saranno affidate alla cura e agli interventi promossi dal citato dipartimento di Scienze Agro ambientali e territoriali. L’attività proposta, in linea con gli obiettivi del PNRR per la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (M2C4.3 Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine, Investimento 3.1) mira all’individuazione di specie di piante e arbusti native o esotiche da impiegarsi per l’arredo urbano e la riforestazione in ambiente mediterraneo. La ricerca sarà condotta in sinergia con l’amministrazione locale per realizzare aree green pilota in ambito urbano. Le prove di moltiplicazione delle piante selezionate saranno condotte presso un’impresa vivaistica partner di progetto, mentre una parte delle attività previste sarà condotta presso un ente di ricerca straniero per analizzare le relazioni pianta/suolo dal punto di vista eco-fisiologico, al fine di migliorare le condizioni di vita delle piante in ambiente urbano aumentandone le possibilità di attecchimento.
“L’intento di questo progetto – si legge nella nota a firma della professoressa Maria Letizia Gargano – è quello di migliorare la filiera vivaistica italiana fornendo informazioni applicate utili alla scelta e all’approvvigionamento del materiale vegetale da moltiplicare e alle tecniche di propagazione da adottare. Le attuali fonti di approvvigionamento delle piante da impiegarsi per il verde pubblico native o esotiche non sono sufficienti a garantire materiale idoneo alle richieste, sempre crescenti, che si sono attivate in seguito dell’attuale politica “green oriented”. Questo perché non sono ancora del tutto noti i rischi di inquinamento genetico in seguito all’utilizzo di materiale vegetale di provenienza geografica inadatta rispetto all’ambiente nel quale verrà impiegato. La conoscenza di base delle specie impiegabili in ambiente urbano e la loro variabilità è perciò il fondamento della mia ricerca” – conclude.
Il progetto contempla una serie di ricadute che riguardano tanto l’aspetto scientifico, con interventi di forestazione e azioni utili a contrastare il declino della biodiversità, il degrado del territorio e l’inquinamento atmosferico, quanto quello culturale e sociale, con l’incentivazione di attività imprenditoriali atte a favorire la creazione di occupazione stabile e la diffusione di una cultura della sostenibilità che possa promuovere l’inclusione dei giovani attraverso il risanamento delle aree urbane e un incremento e gestione efficace delle aree verdi.
“Abbiamo approvato questo provvedimento consapevoli dell’importanza di sostenere azioni qualificate mirate alla costruzione di una coscienza comune agli amministratori e ai singoli cittadini per migliorare la qualità della vita nei contesti urbani – commenta Vito Lacoppola -. La nostra città ha abbracciato da tempo l’idea che ogni nuovo intervento debba accompagnarsi ad azioni di greening, e negli anni dell’amministrazione Decaro Bari ha guadagnato nuovi spazi verdi sottratti all’incuria e al degrado, come dimostrano il nuovo parco Rossani o il giardino in corso di realizzazione sull’ex Gasometro o ancora il grande parco che sorgerà sulla ex Fibronit. Iniziative che riconoscono l’importanza del verde come elemento vitale per il benessere umano, fisico e psicologico, ma anche le funzioni fondamentali che esso svolge per il contrasto al cambiamento climatico nelle città, con la sua capacità, ad esempio, di contribuire alla regolazione termica degli edifici, riducendo la temperatura circostante nei mesi estivi e proteggendoli dai venti freddi durante il periodo invernale, o di rappresentare una barriera naturale all’inquinamento acustico e di garantire un corretto deflusso delle acque piovane sul terreno. A breve, dunque, il Comune sottoscriverà un accordo di collaborazione con il dipartimento di Scienze Agro ambientali in applicazione del Regolamento sui beni comuni, affidando agli esperti alcuni suoli di proprietà comunale che saranno oggetto di sperimentazione di azioni green pilota da replicare eventualmente in altri contesti cittadini una volta valutata l’efficacia” – ha concluso.
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