Il 30% degli operatori sanitari in servizio al Policlinico di Bari è già stato vaccinato contro l’influenza. A distanza di soli 20 giorni dall’avvio della campagna vaccinale anti-influenzale sono stati 2200 i medici, infermieri, tecnici, operatori sociosanitari e specializzandi che frequentano i reparti ospedalieri che si sono presentati negli ambulatori vaccinali per ricevere la dose contro il virus stagionale dell’influenza. Tra di loro, inoltre, il 50% ha accettato la co-somministrazione del vaccino anti-influenzale e della quarta dose contro il Covid.
Al Policlinico di Bari la campagna anti-influenzale è iniziata lo scorso 5 ottobre. A ricevere la vaccinazione, come target prioritario oltre ad operatori sanitari e studenti universitari di medicina e professioni sanitarie, le donne in gravidanza e nel post partum, i donatori di sangue, i pazienti in cura nei centri specialistici del Policlinico, i soggetti fragili dai 6 mesi ai 65 anni, in cura al Policlinico di Bari, ad alto rischio di complicanze o ricoveri legati all’influenza: affetti da malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio e da malattie dell’apparato cardiocircolatorio, diabetici, affetti da insufficienza renale, trapiantati, malati oncologici, immunocompromessi, affetti da patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici.
L’ambulatorio del Policlinico situato al piano terra della piastra chirurgica, con ingresso di fronte alla cappella, è aperto dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17. È possibile recarsi nell’ambulatorio negli orari di apertura e senza necessità di prenotazione dotati di mascherina. Per i pazienti ricoverati sono le equipe di Igiene a recarsi nelle unità operative di degenza e a vaccinare a letto.
A coordinare la campagna vaccinale all’interno del Policlinico di Bari è il professore di Igiene e responsabile della control room Silvio Tafuri in stretto raccordo con il team dei Medici del Lavoro, coordinati dal professor Luigi Vimercati.
L’adesione così ampia alla vaccinazione è da ricondurre anche alla possibilità per gli operatori sanitari di essere vaccinati in reparto, riducendo i tempi di spostamento, di attesa e generando un positivo meccanismo di emulazione”, spiega il prof. Tafuri.