Risparmiare contro la crisi energetica può costare caro alla salute respiratoria. A dirlo sono gli esperti della Società italiana di allergologia asma e immunologia clinica (Siaaic) che, in vista dell’inverno, mettono in guardia “dalle stufe a pellet vecchie e mal utilizzate con prodotti non certificati” e dalla “scarsa areazione degli ambienti” per non disperdere il calore, che può favorire la concentrazione di acari e allergeni.
“Se le stufe sono molto vecchie e i prodotti di scarto” del legno che vengono bruciati “non sono certificati, i fumi del pellet sono tra i peggiori inquinanti in circolazione”, spiega il presidente della Siaaic, Gianenrico Senna, da Verona, dove è in corso il XXXIV Congresso nazionale della Siaaic. “Le stufe a pellet, infatti, sono una fonte di combustione che da sola contribuisce alla emissione della metà delle polveri sottili derivanti dalla combustione domestica della biomassa legnosa”. Per non irritare le mucose e danneggiare le vie respiratorie, Senna consiglia di “utilizzare impianti non troppo datati ed evitare prodotti di scarto non certificati, soprattutto cilindri in pellet superiori ai 7-8 millimetri ottenuti con troppa segatura e anche con troppi additivi e sostanze chimiche”.
Rischi per la salute respiratoria possono derivare anche dai nuovi tetti sulle temperature massime in casa e nei luoghi pubblici, che possono indurre le persone “a evitare o ridurre l’apertura delle finestre” per non disperdere il calore, spiega Giorgio Walter Canonica, membro del comitato scientifico del Congresso Siaaic. Tuttavia “non arieggiare adeguatamente gli ambienti – sottolinea Canonica – favorisce la concentrazione di acari e di altri allergeni che possono danneggiare l’epitelio delle prime vie respiratorie, irritando le mucose e rendendole più aggredibili da virus e batteri”. Attenzione anche il ricorso frequente all’uso di candele: “Possono rilasciare fumi irritanti particolarmente nocivi per i bambini, per chi soffre di asma e allergie”, spiegano gli esperti della Siaaic.