“Dopo due anni di pandemia, con l’emergenza sanitaria finita, l’assegno di cura in Puglia viene ancora elargito come contributo Covid per pochi e non per tutti. Nessun nuovo bando all’orizzonte, ma tante famiglie escluse”. E’ quanto raccontato a Borderline24 da una mamma di tre bambini disabili, fortemente preoccupata per l’impossibilità di sostenere le cure, ma anche per una realtà che vede oggi moltissime famiglie prive dell’opportunità di avere un sostegno e pertanto in grave difficoltà, economica e gestionale.
Si tratta, in particolare, di una problematica relativa solo alla regione Puglia. “In tutte le altre regioni – ha spiegato la mamma – l’assegno di cura è un diritto che viene garantito”. Per due anni, nello specifico, per via dell’emergenza sanitaria, la possibilità dell’assegno di cura, è stata sostituita con il “contributo Covid” – prorogato a luglio scorso, fino a dicembre – per il quale però, sottolinea ancora la mamma, “i fondi non sono infiniti”. “Continuano a dirci che non ci sono soldi – ha proseguito – mettendo in difficoltà tantissime famiglie. Dove sono andati a finire tutti i bandi per i quali nessuno ha ricevuto nulla? Tanti anziani assistiti poi, ad esempio, sono purtroppo venuti a mancare, ci sarebbe il modo di trovare fondi. Non riusciamo a capire come mai, invece di fare un nuovo bando per permettere a tanti di rientrare e di avere un supporto, continuano a trattare alcune famiglie da serie A e altre da Serie B. Hanno sprecato tanti soldi, vedi con l’ospedale in Fiera, ma per i disabili non c’è mai nulla, nessun fondo, nessuna risposta. Siamo totalmente abbandonati. Nelle altre regioni l’assegno di cura c’è, qui invece è tutto bloccato nonostante sia un nostro diritto e si continuano a dare i soldi sempre alle stesse famiglie, pensando che con un supporto una tantum tutti possano farcela” – ha precisato ancora.
Le spese, per una famiglia che deve occuparsi di figli con disabilità non sono indifferenti, soprattutto in questo periodo in cui, oltre ai costi per le cure, pesa sul portafogli delle famiglie anche il caro prezzi, tra bollette e carrello ella spesa. “Io ho tre figli, due autistici di livello 3 e 2 e una bambina con artrite diopatica giovanile. Il bambino con livello 3 è il caso più grave, quello per cui dovrei ricevere l’assegno di cura, ma non posso usufruire di quello che è un mimo diritto. I costi sono tremendi, per le terapie qualificate ci vogliono almeno 800 euro al mese per ogni bambino. Ultimamente mi hanno richiesto 3mila euro, ma non posso permettermelo, non posso farcela. Io come tanti altri, è impossibile. Non si può continuare ad accontentare una tantum le famiglie” – ha proseguito ricordando la possibilità di fare domanda come caregiver.
“Si tratta di un altro contentino – prosegue – siamo mamme, abbiamo figli come tutti gli altri, ma hanno bisogno di maggiore supporto e di una normalità che non possiamo offrirgli senza aiuti. Siamo da soli, la vita di una mamma con figli disabili è difficile, devi combattere con tutti. E’ un incubo, dalle cose grandi alle più piccole, la burocrazia è lenta e nessuno è davvero interessato ad aiutarci – ha detto infine sottolineando l’assenza delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione Michele Emiliano e l’assessore al welfare, Rosa Barone – sono stati interpellati tante volte, ma non ci ascoltano” – ha concluso. (foto repertorio)