Dalle proposte di lezioni pomeridiane, alla possibilità (subito esclusa) di tornare alla Dad. Si susseguono le pec dei genitori degli studenti del Cirillo dopo la comunicazione della chiusura temporanea della scuola per l’esecuzione di lavori “improcrastinabili e urgenti di messa in sicurezza della struttura”. E’ quanto riportato nella circolare pubblicata lo scorso 14 ottobre. Ma come si organizzerà la scuola? Gli studenti dove andranno?
“Brancoliamo nel buio – spiega la mamma di una liceale. C’è molta confusione”. L’ipotesi era quella di utilizzare le aule di altre scuole in orario pomeridiano. Proposta parzialmente bocciata dalle famiglie. Per oggi i ragazzi resteranno a casa. Si attendono nuove direttive nelle prossime ore. “Insieme a tante famiglie i cui figli frequentano il Convitto Cirillo – spiegano Luigi Decollanz, coordinatore cittadino FdI Bari e Michele Picaro, coordinatore provinciale e consigliere comunale FdI Bari – abbiamo preso atto della comunicazione della dirigente scolastica con la quale si dichiarava l’immediata sospensione di tutte le attività didattiche per “urgenti” lavori di messa in sicurezza dell’Istituto. Dalla pronta comunicazione della dirigente, però, non si evince quali siano le motivazioni addotte dalla Città Metropolitana che l’hanno obbligata a procedere in tal senso, pertanto ci poniamo inevitabilmente alcune domande a cui chiediamo una celere risposta: innanzitutto sarebbe interessante capire come mai non siano stati effettuati lavori di manutenzione preventiva che consentissero di evitare l’evento in pieno periodo scolastico.
Quindi, di riflesso – proseguono – il motivo per cui questi lavori di intervento non siano stati programmati per il periodo natalizio al fine di consentire agli studenti di proseguire con le lezioni a garanzia del diritto all’istruzione. Per quale motivo, inoltre, non sono stato previsto lo scaglionamento per piani anziché la sospensione delle attività didattiche per l’intero istituto. È evidente che manchino una programmazione ed una visione a lungo termine sia per quanto riguarda gli interventi strutturali sia per le “emergenze”, tenuto conto che il ricorso alla dad è stato vietato. Non avendo dunque contezza della natura di questi interventi -se si tratti di danni strutturali o di interventi di ripristino urgenti-, chiediamo se davvero finora nessuno si sia accorto del pericolo, sottoponendo alunni e insegnanti ad un possibile pericolo nonché alla sospensione delle attività per tre settimane, oltre alla difficoltà delle famiglie – concludono – di organizzarsi con i turni di lavoro”.