Svetta la ‘Puglia agroalimentare in etichetta’ tra le regioni con la maggior crescita annua del giro d’affari, grazie ad un aumento delle vendite in valore del +8,3% in supermercati e ipermercati italiani, un successo frutto della battaglie condotte sul fronte della garanzia della tracciabilità, dell’origine e della sicurezza alimentare a beneficio dei consumatori, con il boom del regionalismo a tavola. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Immagino G1 – Nielsen, secondo cui ai 142 milioni di euro di vendite realizzate in super e ipermercati hanno contribuito soprattutto i prodotti più ‘pesanti’, tra cui vini rossi, taralli, mozzarelle, burrata e ceci, rigorosamente Made in Puglia.
E’ svolta patriottica dunque nei consumi alimentari dei cittadini che hanno privilegiato sugli scaffali la qualità Made in Italy – aggiunge Coldiretti Puglia – spingendo sugli acquisti familiari delle indicazioni geografiche europee di origine, con la Dop e IG Economy pugliese che vale 439 milioni di euro.
Con un totale di 22 cibi Dop e Igp, la Puglia è la regione numero 9 in Italia per prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica, ai quali si aggiungono le 3 STG che insistono sul territorio nazionale. A livello economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del cibo Dop e Igp in Puglia vale 32 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che ha un peso del 7,3% sul totale del paniere delle Indicazioni Geografiche del Paese.
Altro segmento in forte espansione nell’area del lifestyle è quello del “veggie” – afferma Coldiretti Puglia – e i prodotti biologici, con la spinta salutista determinata dalla lunga emergenza epidemiologica causata dal Covid che ha fatto crescere del 4% i consumi di prodotti biologici acquistati dai consumatori.
La Puglia si conferma al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica con 287mila ettari coltivati a bio, con un aumento delle superfici del +6,4%, dopo un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre continua l’aumento tendenziale dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati.
La grande richiesta dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre a numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio.
L’indicazione volontaria in etichetta della provenienza regionale evidenzia un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di pandemia e tensioni internazionali – sottolinea la Coldiretti regionale – premiano negli acquisti le produzioni legate al territorio, anche per sostenere l’economia locale.
Una tendenza confermata dal boom dei cibi a chilometri zero con quasi 4 italiani su 10 (37%) a caccia di prodotti locali, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa per i prossimi mesi, secondo l’analisi Coldiretti sulla base del rapporto Coop 2022 che fotografa gli effetti sul carrello della spesa della difficilissima situazione internazionale, con l’inflazione su valori record e la crisi degli approvvigionamenti di gas.
Oltre a garantire la maggiore freschezza dei prodotti e tagliare gli sprechi – spiega Coldiretti – la filiera corta riduce anche i tempi di trasporto e, con essi, il consumo di carburanti e le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori. Al secondo posto tra le intenzioni di acquisto dei consumatori per i prossimi mesi – continua Coldiretti – ci sono peraltro i cibi 100% italiani, che precedono gli alimenti con packaging sostenibile e quelli che garantiscono il rispetto dell’ambiente, per un netto aumento complessivo della spesa green.
La Puglia, regione che vanta numerosi primati produttivi nell’agroalimentare – conclude Coldiretti Puglia – ha dovuto imparare a difendersi dagli agropirati con l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto in etichetta e il brand ‘Puglia’ ha acquistato spazio e autorevolezza negli anni, con i consumatori sempre più attenti all’etichetta e all’acquisto consapevole di cibo prodotto in Puglia.