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Mamme a 30 anni e papà in sala parto: il report sulla natalità in Italia

Pubblicato da: redazione | Sab, 15 Ottobre 2022 - 17:00

Le donne italiane partoriscono dopo i 30 anni, in media a 33, e continua l’eccessivo ricorso al taglio cesareo anche se si registrano segni di rallentamento. Sempre meno figli per le donne italiane, il tasso di fecondità continua a scendere e nel 2021 il numero medio di nascite per donna è stato pari a 1,25, rispetto a 1,46 del 2010. Si rafforza la presenza dei papà in sala parto che 5 anni fa erano già circa il 90% e ora toccano, esclusi i parti cesarei, ben il 95,4%. E’ il quadro che arriva dal report annuale del Ministero della Salute sul Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP), relativo al 2021. L’indagine ha coinvolto 364 i punti nascita.

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Per il parto quasi 9 donne su 10 (esattamente l’88%) preferisce le strutture pubbliche e il 62,8% delle nascite si svolge in strutture con “alti volumi di attività”, sopra i mille parti annui. “Nelle strutture pubbliche sono garantite le migliori condizioni di sicurezza e un’assistenza completa sia per la mamma sia per il nascituro. Nelle aziende sanitarie e ospedaliere, infine, abbiamo messo a punto protocolli post Covid per fare in modo, dopo lo stop legato alla pandemia, che tutti i papà possano assistere al parto senza perdere questo grande momento di gioia”, ha spiegato il presidente di Fiaso (la federazione degli ospedali italiani), Giovanni Migliore.

La natalità – Il tasso varia da 5,2 nati per mille donne in età fertile in Sardegna a 9,7 nella Provincia Autonoma di Bolzano rispetto ad una media nazionale del 6,8. Le Regioni del Centro presentano tutte una natalità inferiore alla media nazionale. Nelle Regioni del Sud, i tassi più elevati sono quelli di Campania, Calabria e Sicilia, superiori alla media nazionale. Le regioni in assoluto meno prolifiche sono invece Sardegna e Molise. Il tasso di mortalità infantile, (nel primo anno di vita), è pari nel 2018 a 2,88 bambini ogni mille nati vivi ed e’ dovuta principalmente a cause legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite

Le mamme – Nel 2021, circa il 19,9% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana, un fenomeno è più diffuso nelle aree del Paese con maggiore presenza straniera, ovvero al Centro-Nord, dove più del 26% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna, Liguria e Marche oltre il 30% delle nascite è riferito a madri straniere. Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il 19,0% ed l’8,7% delle madri straniere. L’età media delle mamme italiane è di 33,1 anni, mentre scende a 31 anni per le cittadine straniere. I valori mediani sono invece di 33,7 anni per le italiane e 31,5 anni per le straniere. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 29,2 anni. Delle donne che hanno partorito nel 2021, il 42,4% ha una scolarità medio alta, il 23,4% medio bassa ed il 34,2% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (42,4%). E ancora, il 57,7% delle madri lavora, il 25,8% sono casalinghe ed il 16,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.

La gravidanza  – Nel 91% delle gravidanze il numero di visite ostetriche è superiore a 4 mentre nel 75,9% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre il primo trimestre di gravidanza è dell’1,9% mentre la percentuale sale al 10,2% per le donne straniere.

Il parto  – La donna ha accanto a sé al momento del parto (esclusi i cesarei) nel 95,4% dei casi il padre del bambino, nel 3,4% un familiare e nell’1,2% un’altra persona di fiducia.
Ancora troppi cesareo, in particolare nelle strutture accreditate: nel 2021 il 31,2% dei parti è avvenuto con taglio cesareo Qualcosa si muove, riferisce il report, con una tendenza alla diminuzione.

 

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