Nuova impresa scientifica per i fisici dell’Università di Bari e della Sezione di Bari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che saliranno a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci della Marina Militare italiana, per utilizzare un sofisticato apparato per la rivelazione dei raggi cosmici, la pioggia di particelle che ci investe costantemente dallo spazio.
L’apparato, dal nome Polar e realizzato a Bari, è stato imbarcato a bordo dell’Amerigo Vespucci il 10 ottobre a Trieste e compirà il suo viaggio a bordo dell’Amerigo Vespucci lungo le coste italiane per misurare il flusso dei raggi cosmici al variare della latitudine terrestre, su un intervallo di circa 10°. Nel quadro dell’esperimento PolarquEEEst, queste nuove misure andranno a complementare quelle ottenute precedentemente a latitudini ben diverse o alle stesse latitudini ma con diversi apparati sperimentali. Misure di alta precisione (entro +-1%) del flusso dei cosmici in funzione della latitudine fino al Polo Nord, come quelle che POLAR è in grado di fornire, sono ancora di notevole rilevanza: per monitorare l’andamento del campo geomagnetico, gli effetti solari, e non solo, ma anche lo stato della nostra atmosfera. Il flusso dei raggi cosmici è infatti sensibile, tra l’altro, alla dilatazione termica dell’atmosfera e alle variazioni della sua pressione e densità. Quindi non si tratta solo di una fantastica avventura a bordo dell’Amerigo Vespucci ma di una vera missione scientifica.
Ideato e costruito dai ricercatori delle Sezioni INFN di Bari e Bologna e del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi (CREF) di Roma, il rivelatore è stato battezzato POLAR. E’ costituito da contatori a scintillazione, i cui segnali al passaggio delle particelle sono letti da speciali fotomoltiplicatori al silicio, ed è dotato di un GPS, di vari sensori (per misure di temperatura, pressione, inclinazione) e di un moderno sistema elettronico per l’acquisizione e la memorizzazione dei dati. Per l’installazione del rivelatore POLAR e il suo monitoraggio per la presa dati in mare durante la tratta da Trieste ad Ancona, sono presenti a bordo il professor Marcello Abbrescia, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, e il dottor Mario Nicola Mazziotta, della Sezione di Bari dell’INFN.
“Un’esperienza assolutamente coinvolgente – ha dichiarato Abbrescia – sul Vespucci, mi ha colpito molto lo spirito di equipaggio, la maniera con cui tante professionalità diverse collaborano assieme in armonia per raggiungere un obiettivo comune. Un po’ come succede nelle nostre collaborazioni scientifiche, a volte composte da centinaia di persone proveniente da molte nazioni differenti: ci intendiamo e collaboriamo per raggiungere un risultato condiviso. Affascinante trovare aspetti così simili in comunità all’apparenza così diverse.” La missione è resa possibile anche grazie al supporto durante la navigazione della Marina, del Comandante e di tutto l’equipaggio della Nave Scuola Amerigo Vespucci.
“Misure di questo genere” – dichiara invece Mazziotta – sono state effettuate già nel secolo scorso, ed hanno permesso di raccogliere preziose informazioni sulla natura dei raggi cosmici. L’attuale campagna di presa dati si inserisce in questo filone di ricerca, ed è il naturale proseguimento di un’attività iniziata nel 2018 nei pressi del Polo Nord. Ci auspichiamo che questo tipo di collaborazione possano proseguire nel futuro, in maniera da avere la possibilità di estendere le misurazioni anche a latitudini più a sud” – ha concluso.
Non è la prima volta che un rivelatore POLAR permette di effettuare misure in mare. Già nel 2018, un apparato di questo tipo ha infatti compiuto il periplo delle Isole Svalbard, oltre il Circolo Polare Artico, a bordo di un piccolo veliero guidato da un team del CERN, nell’ambito dell’esperimento PolarquEEEst dell’INFN e del CREF. A partire dal 2019, inoltre, tre apparati POLAR sono stati installati in via permanente presso la base scientifica di Ny Alesund alle Isole Svalbard e sono attualmente “i rivelatori più a nord del mondo”.