La medicina territoriale è fortemente utilizzata dagli italiani ma pochi ne sono soddisfatti. È quanto emerge da un’indagine denominata “Esperienza e percezione degli italiani sulla medicina territoriale”, realizzata da Fondazione Onda in collaborazione con l’Istituto partner Elma Research su un campione rappresentativo di 494 persone over 18, da cui risulta che 9 italiani su 10 si siano rivolti a medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, guardia medica o consultorio negli ultimi 6 mesi, soprattutto per la prescrizione di farmaci (79 per cento), visite specialistiche o esami (67 per cento), eppure, solo un quarto di loro ne è soddisfatto. Le principali fonti di delusioni sono la difficoltà di prenotazione (58 per cento), lunghi tempi di attesa (53 per cento) e disponibilità oraria molto limitata (43 per cento).
L’indagine è stata discussa in occasione della presentazione del 6° Congresso Nazionale di Fondazione Onda, dal titolo “La medicina territoriale in ottica di genere – La sfida del Pnrr”, in programma da oggi, 27 settembre, al 29 in modalità virtuale e che mette al centro gli investimenti (15, 63 miliardi di euro) in campo con la Missione 6 del Pnrr proprio per riorganizzare l’assistenza sanitaria e sociosanitaria. “La riorganizzazione dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr e programmata dal Dm 77/2022 – precisa Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione Gimbe – Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze- costituisce una straordinaria opportunità per migliorare la qualità delle cure primarie. Tuttavia, tale riforma si innesta in un sistema che presenta numerose criticità organizzative ed enormi differenze regionali, di cui è indispensabile tener conto per mettere in atto le adeguate contromisure”.
“Dalla scrittura del Pnrt ad oggi- conclude Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda – è subentrata una grave crisi energetica e in Italia si è appena votato: l’auspicio è che per il prossimo Governo la Sanità territoriale e ospedaliera restino una priorità con fondi dedicati anche all’assunzione e formazione di personale indispensabile per garantire il funzionamento e la sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale”.