“Ridurre l’uso dei fitofarmaci in agricoltura è un obiettivo giusto se calibrato in modo progressivo e perseguito ‘dal basso’, a seconda della specificità dei terreni in cui applicarlo gradualmente e, soprattutto, se conseguito senza penalizzare le produzioni per qualità e quantità e i produttori chiamati a metterlo in pratica. Ecco perché la proposta di regolamento per l’uso dei fitofarmaci promossa dalla Commissione Europea, che per l’Italia prevede una riduzione ‘di botto’ del 60%, non solo è inaccettabile e irricevibile, ma fortemente dannosa e totalmente avulsa dal contesto specifico italiano, dove i terreni agricoli hanno caratteristiche profondamente diverse da regione a regione e da provincia a provincia”.
E’ Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, a intervenire su una questione che, di qui ai prossimi mesi, potrebbe portare a uno stravolgimento totale dell’agricoltura italiana e di quella pugliese. “Per il nostro settore ortofrutticolo- aggiunge Angelo Miano, presidente di Cia Capitanata – sarebbe una mazzata mortale. Da molti anni continuiamo a investire nello sviluppo e nell’applicazione di soluzioni sostenibili per la protezione delle colture. I nostri agricoltori si attengono a regole e protocolli di produzione integrata e biologica tra i più stringenti al mondo”.
“L’obiettivo riduzione – dichiara Giuseppe De Noia, presidente di Cia Levante (Bari-Bat)- richiede tempi realistici, nuove soluzioni tecnologiche come le tecniche genomiche, e l’applicazione di alternative praticabili e concrete che garantiscano gli stessi livelli produttivi e di qualità”.
“Mancano adeguati studi di impatto – spiega Pietro De Padova, presidente di Cia Due Mari (Taranto-Brindisi)- la Commissione Europea non ha considerato gli effetti sulle aziende. L’inevitabile calo della produzione agricola potrebbe aumentare la dipendenza dalle importazioni da Paesi extra-Ue, dove qualità e sicurezza alimentare lasciano spesso a desiderare e dove non sono applicate le stesse regole produttive imposte agli agricoltori europei”.
“Un altro elemento molto preoccupante del regolamento – aggiunge Benedetto Accogli, presidente Cia Salento e vicepresidente regionale dell’organizzazione – è l’ambigua definizione di ‘aree sensibili’ in cui l’uso di tutti i prodotti fitosanitari sarebbe vietato. Un divieto totale, oltre alla perdita di produzione, potrebbe favorire la comparsa di nuovi parassiti e di malattie secondarie. Facile immaginare gli effetti di una ‘nuova Xylella’ sui nostri territori”.