Organizza un convegno antimafia e dopo due ore circa gli incendiano l’auto. È accaduto a Corato, nel Barese. L’evento, in particolare, riguardava le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione e si è tenuto sabato scorso. L’auto è stata incendiata all’alba di domenica, solo poche ore dopo la conclusione dell’evento.
“I carabinieri, ai quali ho denunciato tutto – ha spiegato all’Ansa il proprietario dell’auto e promotore dell’evento – hanno acquisito alcuni video dai quali si vede chiaramente una persona che appicca il fuoco. Sono tornato a casa alle 2 e alle 4.10 c’è stato l’incendio. L’auto era di fronte al mio studio” – ha concluso.
Al convegno, in particolare, hanno partecipato anche l’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e la presidente della commissione Antimafia della Regione Lombardia, Monica Forte. Proprio Monica Forte ha voluto sottolineare che si è trattato di un atto grave a cui deve far seguito “una forte presa di posizione da parte dello Stato”. “Se si confermasse la matrice mafiosa – prosegue – e il fatto che l’evento si sia verificato a poche ore dall’incontro in piazza deve essere un monito affinché le istituzioni siano molto più presenti di quanto non lo siano state durante l’evento. La politica, le autorità, la società civile tutta devono fare maggiormente rete e trovare la forza di contrastare con azioni concrete e con messaggi culturali e sociali, le ingerenze mafiose su quel territorio” – conclude.
Alle sue parole fanno eco quelle dell’ex ministro, Trenta, che, con un post pubblicato sui social ha voluto raccontare l’accaduto. “Qualche bastardo – scrive – ha incendiato l’auto dell’organizzatore. Quando la società civile si muove, la criminalità ha paura e reagisce. Non posso non dire che tra il pubblico c’erano soltanto un rappresentante del Comune e un maresciallo della Gdf, nessun altro. Non un rappresentante della Prefettura, della Procura, dei Carabinieri o della Polizia. Dove erano le istituzioni?” – ha concluso. Il proprietario dell’auto e organizzatore, infine, ha ricordato di non aver ricevuto alcun “attestato di solidarietà da parte del Comune né da parte di altre istituzioni”. Sul fatto, ci saranno delle indagini, le telecamere infatti, stando a quanto emerso, avrebbero ripreso tutto.
Foto Ansa