Da 5mila a 26mila euro di bollette in un anno. È la cifra che dovrà pagare per l’energia elettrica (relativa al mese di agosto) un imprenditore a capo di un’azienda situata a Bitonto, nel Barese, entro il prossimo 10 ottobre.
Un balzo non indifferente, avvenuto in soli 365 giorni, prontamente segnalato dall’azienda che, con un post sui social, ha voluto sottolineare la situazione in cui si ritrovano moltissime imprese. “Solitamente sono un ottimista – scrive sui social il proprietario, Enzo Marrone, tramite la pagina ufficiale – ma adesso la vedo un po’ dura. Dieci anni fa nasceva il Via Vai Center, già dotato di un impianto fotovoltaico da 60 kwp, la lungimiranza di noi piccoli imprenditori annullata dalla miopia della politica in generale. Agisca chi di dovere altrimenti sarà il buio in ogni senso a prevalere su moltissime famiglie” – ha concluso.
Il post, in particolare, risale allo scorso 19 settembre. Da allora ad oggi però la situazione non è cambiata per niente. Nonostante gli aumenti bloccati al +59% da Arera, in seguito ad un intervento straordinario messo in atto, le bollette risultano ancora salatissime per gli imprenditori che proprio in mattinata, sono scesi in piazza a Bari per chiedere interventi mirati e immediati. Sebbene in piazza la presenza non fosse cospicua così come immaginato, sul web, aumentano di giorno in giorno le segnalazioni, basta pensare ai diversi gruppi nati sui social, nati proprio per raccontare la situazione, in cui i commercianti da tutta Italia si organizzano e si danno man forte.
Proteste e segnalazioni però non cambiano niente: le bollette vanno pagate. Così anche per Marrone che entro il prossimo 10 ottobre vedrà prelevati dal suo conto 26mila e 240 euro a monte dei 5mila e 170 dello scorso anno. Un vero e proprio salasso nonostante lo stesso, già all’apertura dell’azienda, decise di installare un impianto fotovoltaico per permettere all’azienda di auto produrre e consumare oltre 80mila kw di energia pulita. Oggi, con i prezzi bloccati schizzati da 0,055 kWh a 0,6 – ovvero 55 centesimi in più – nonostante quella che l’imprenditore definisce “lungimiranza degli imprenditori”, la realtà vede le imprese ad affrontare spese esorbitanti con il rischio che, in tanti, senza nessun cambiamento, saranno costretti a soluzioni drastiche come la chiusura.
Foto Facebook