“Basta bugie e speculazioni”. È con questo monito che commercianti e cittadini si preparano a scendere in piazza nella giornata di domani, 1 ottobre, per manifestare contro il caro bollette e rimarcare a gran voce che la situazione “sta diventando sempre più insostenibile”.
A confermarlo a Borderline24 è Gianni Del Mastro, commerciante storico della città di Bari, ma anche promotore dell’iniziativa dal titolo “Caro bollette, giù le mani dall’energia: la Puglia si mobilita” che ha voluto sottolineare l’importanza di manifestare e non restare fermi dinanzi alle decisioni dei Governi. La mobilitazione, che prenderà il via a partire dalle 9.30 da piazza della Libertà, si terrà nonostante la decisione dell’Arera di limitare al +59% l’aumento delle bollette sul costo luce. Si tratta, in particolare, di un intervento straordinario che ha l’obiettivo di non raddoppiare i costi (che subiranno incrementi di oltre il 60%) ammortizzando le spese che, però, non placa gli animi, ma soprattutto, non fa tornare le bollette alla condizione a cui cittadini e commercianti erano abituati prima del periodo di crisi. L’intervento, va sottolineato, non riguarda il gas, per il quale bisognerà attendere fine ottobre per avere risposte concrete in merito alla possibilità di “limitare il danno”.
“Chiediamo delle cose ben precise – ha spiegato Del Mastro – vogliamo ritornare a pagare quanto pagavamo nella situazione antecedente espungendo dalle bollette la parte che è dovuta alle speculazioni finanziarie. Chiediamo contemporaneamente che ci sia un abbattimento dei costi del lavoro che, come si sa, sono fra i più alti in Europa. Non possiamo più sostenerli. Contestualmente chiediamo anche che in questo momento di grande difficoltà cessi l’invio e la riscossione delle caselle esattoriali perché davvero le attività non ce la possono fare” – ha sottolineato ricordando le condizioni in cui vertono moltissimi imprenditori. In tanti, secondo Del Mastro, ma non solo, rischiano di non superare l’autunno con il rischio che, una grande fetta di attività, dovrà essere costretta a chiudere per sempre la saracinesca.
“Non possiamo permettere che questo accada – ha proseguito – è necessario che il governo che si sta per insediare faccia interventi immediati perché si presuppone che ottobre e novembre saranno mesi con bagni di sangue. Molti di noi non ci arriveranno. Abbiamo bisogno di risposte immediate concrete, non promesse. Chiederemo al resto delle regioni, non solo solidarietà rispetto a quello che stiamo facendo, ma anche che sia fatto altrettanto in altre regioni per arrivare in tempi abbastanza rapidi ad una manifestazione nazionale in cui in forma assolutamente pacifica, ma determinata, affinché si riesca ad evitare che si pregiudichi il futuro e l’esistenza di questo tessuto produttivo. Sono 5,5 milioni le piccole imprese in Italia, per un fatturato di 2 mila e 500 miliardi all’anno. Fatturato che rischia in questo momento di essere spazzato via. Non si può più rimandare alcun intervento”- ha specificato rivolgendo poi l’attenzione alla manifestazione prevista per domani.
“Abbiamo avuto moltissime adesioni – ha spiegato – si tratta di una manifestazione regionale in cui sono coinvolte tutte le categorie lavorative che sono più penalizzate, quindi la parte più indifesa dell’economia. Noi rimandiamo al mittente le bugie che ci sono state raccontate finora rispetto alle cause dell’aumento delle bollette. Ci hanno fatto credere che sia dovuto all’inflazione o alla guerra, ma sappiamo perfettamente che invece si tratta di speculazioni finanziarie fatte dalle multinazionali e le compagnie energetiche, soprattutto Eni, Enel ed Edison. Come sappiamo l’Eni è la compagnia energetica che fornisce il 50% del gas all’Italia, inoltre è anche un’azienda partecipata quindi su questi extra profitti su cui stanno enormemente lucrando le compagnie energetiche c’è anche lo Stato che ne trae un vantaggio a discapito di commercianti e cittadini. Non bisogna dimenticare che veniamo da un periodo di crisi non indifferente, quello della pandemia, da cui cercavamo di risollevarci con non poche difficoltà. Come sappiamo c’è stato già aumento sconsiderato delle materie prime che ha ridotto di molto le marginalità, i guadagni e gli utili delle attività commerciali. Questa ulteriore mazzata è un gioco al massacro che rischia di mettere in ginocchio tutte le attività produttive italiane e gli effetti devastanti si stanno già vedendo” – ha concluso.