No al bando da 14 milioni di euro dell’Agenzia del Demanio che prevede la demolizione dei manufatti presenti nell’area delle ex caserme Capozzi e Milano, per fare spazio al Parco della Giustizia. “Una demolizione che costa 14 milioni di euro, cioè tre volte le somme consuete per tali interventi, con un cronoprogramma iperbolico, che conferma l’assoluta illegittimità di questo procedimento, prima di conoscere il progetto in fase di redazione del primo lotto e senza una variante al piano urbanistico vigente”, scrive in una nota Leonardo Scorza, presidente del comitato di scopo che insieme a residenti e associazioni si sta battendo contro la realizzazione del parco della Giustizia a Bari.
“Il comitato di scopo non demorde e lotta per non perdere l’unico ed ultimo polmone di verde di Bari – prosegue Scorza – Alla variante impossibile nessun serio riferimento ma, nonostante l’impugnativa dell’aggiudicazione e il prossimo appello al Tar Bari, il programma scellerato va avanti, a discapito del verde, dell’ossigeno, delle necessità del rione Carrassi e dell’intera città di Bari, sommersa dal cemento contrariamente a quanto prevede il redigendo piano urbanistico, tenuto nel cassetto dall’amministrazione comunale”.
“Entro il 2025 – proseguono i residenti – avremo Procura , Tribunale penale e giardini, quasi che si possano superare facilmente le criticità di una gestione disinvolta di un’area destinata a verde di quartiere che viene letteralmente sommersa dal cemento (484.000 metri cubi), in spregio alle esigenze della cittadinanza”.
“Bisogna evitare questo scempio – continua la nota – In un momento di profonda crisi economica, laddove il finanziamento dell’opera ad oggi è definito per 96 milioni di euro: tutto il restante è ancora da chiedere, ottenere e gestire. L’opera infatti non è ancora finanziata per intero e tuttavia si vuole iniziare a tutti i costi a costruirla – conclude la nota – senza sapere se si potrà concludere: questo modo di amministrare è lontanissimo dal buon senso e dalla ragionevolezza nello spendere soldi pubblici”.
Il comitato di scopo ha già impugnato la determina di assegnazione del concorso di progettazione, presentando un ricorso al Tar il 14 settembre. “Non capiamo – conclude Scorza – come possa essere possibile procedere ad una demolizione senza avere ancora il progetto frutto del concorso di progettazione”. Il bando da 14 milioni prevede due tipi di lavori: il primo con la demolizione dei manufatti ad eccezione dell’edificio 10 e il secondo indicato come lavoro “opzionale” che prevede appunto la demolizione dello stesso edificio.
I tempi di esecuzione sono stati stimati, per il contratto principale, in giorni 210 e, per i lavori oggetto del contratto opzionale, in giorni 10, naturali e consecutivi, decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori.