“Con il caro prezzi sono aumentate le richieste di aiuto delle famiglie, ma sono diminuite le donazioni”. A raccontarlo a Borderline24 è Michele Tataranni, presidente dell’associazione In.Con.Tra. Prima la pandemia, con il Covid-19 che per oltre due anni ha visto letteralmente stravolte le vite dei cittadini, che in alcuni casi, hanno perso addirittura il proprio lavoro, vedendo crollare le proprie certezze conquistate con fatica nel corso degli anni, poi la fine della pandemia che, con un colpo di coda, ha trascinato giù tante realtà, costringendo molti a chiudere le proprie saracinesche per sempre.
Ma non solo, come se non bastasse, lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha di fatto apportato un cambiamento drastico alle vite di tutti, dovendo fare i conti con il caro prezzi, sia sugli alimenti, sia su bollette e benzina. Sono solo alcune delle problematiche che portano oggi moltissimi cittadini a chiedere aiuto a realtà come quella di In.Con.Tra, in un momento in cui però, con una difficoltà generalizzata, in tanti non donano più e viene meno il supporto che, sino a poco tempo prima, rendeva possibile permettere alle famiglie e alle persone con difficoltà economiche, di avere la garanzia di almeno un pasto.
“Le problematiche maggiori – ha sottolineato Tataranni –le abbiamo avute con l’inizio della guerra, stiamo toccando con mano un aumento esponenziale delle richieste, sebbene contenuto rispetto a quello del periodo della pandemia. Allo stesso tempo però, diminuiscono le donazioni. Le persone ci pensano due volte prima di donare, il momento è drammatico per tanti. Oggi assistiamo circa 1.100 famiglie, più ne abbiamo un altro centinaio in attesa. Arriveremo a circa 1200, non sono gli stessi numeri del periodo del Covid, allora erano molte di più. Adesso però, come allora, facciamo fatica ad assisterle” – ha specificato.
Attualmente, ha sottolineato ancora, le associazioni sono in una situazione difficile. Con l’aumento delle richieste e l’assenza di donazioni, soprattutto di alimenti e beni di prima necessità, si fa sempre più fatica a supportare tutte le famiglie, molte delle quali hanno anche oltre 10 componenti nel nucleo famigliare. “Da 10 pacchi di pasta a famiglia si è passati a tre. Se prima una famiglia donava con leggerezza oggi è diventato difficile questo gesto, non perché i cittadini siano meno altruisti, ma perché molti stanno vivendo un momento di incertezza che spinge a pensare al proprio orto, prima di quello degli altri” – ha aggiunto. Una povertà che aumenta di giorno in giorno e vede coinvolte sempre più tipologie di persone, tra queste famiglie che sino a poco tempo prima, con la certezza del lavoro, nel bene o nel male, riuscivano a “sopravvivere”, oltre ai senza fissa dimora e alle comunità straniere, che necessitano di supporto costante. Ma non solo.
“Oggi – ha spiegato Tataranni – è aumentata moltissimo la solitudine. Le persone si sentono sole, a volte ci rendiamo conto che partecipano alle nostre iniziative soprattutto anziani che hanno bisogno di stare con qualcuno. Ci sono molte famiglie che hanno bisogno di aiuto, noi vorremmo donarlo a tutti, ma diventa sempre più complicato. Abbiamo il timore che tanti possano decidere di delinquere pur di riuscire a farcela, ci sono già moltissimi minorenni che abbandonano la scuola e diventano presto preda di un circuito malavitoso. Siamo arrivati al punto in cui si è reso necessario comprendere se prenderci la responsabilità o meno di sospendere il supporto ad alcune famiglie, basandoci sul modello Isee, ma non sarebbe giusto. Siamo stremati, facciamo sforzi abnormi, anche mettendo mano al nostro portafoglio pur di non lasciare senza pranzo, cena o aiuto a qualcuno” – ha aggiunto sottolineando che spesso e volentieri manca il supporto nei confronti di realtà come queste, presenti costantemente sul territorio.
“Per fortuna tra noi associazioni c’è una grande rete – ha detto infine – rivolgiamo ora il nostro appello alle grandi aziende: non vogliamo soldi, garantiteci latte, salsa, pasta, olio. Più ci aiutano, più carità possiamo donare. Abbiamo bisogno di supporto concreto perché non possiamo e non vogliamo lasciare indietro nessuno, non vogliamo lasciare nessuno solo, quelli che si prospettano saranno mesi difficili, daremo il massimo per essere vicini a chi ne avrà bisogno” – ha concluso.