Avrebbe perso il controllo del suo motoscafo e avrebbe falciato un bambino di circa 7 anni, che a causa delle ferite, è morto sul colpo. E’ accaduto in Albania. La dinamica dell’incidente è tutt’ora oscura. Tutto si gioca su quei pochi metri dì distanza dalla fascia costiera fuori dai quali è consentito viaggiare a tutta velocità. Questo è il terzo caso in un mese in cui i motoscafi sulle spiagge dell’Albania hanno causato incidenti ai vacanzieri.
Il pilota della barca è stato scortato alla stazione di polizia di Himara e sono incorso le procedure per il suo arresto. La squadra investigativa è sul posto e sta lavorando per chiarire appieno le circostanze dell’incidente. Anche in Italia una norma uguale per tutti non esiste. A fissare le regole della balneazione e della navigazione sotto costa sono le ordinanze emesse dai singoli circondari marittimi, che dipendono dalle diverse capitanerie di porto, In linea di massima, comunque, nella fascia dei 200 metri (che è riservata ai bagnanti) dalle coste sabbiose vale dappertutto l’obbligo di viaggiare a motore spento o al minimo. Fanno eccezione, ma non dappertutto, i cosiddetti «idrojet», cioè i natanti senza elica, come gli aquascooter, che possono partire da riva con il motore acceso, ma solo a velocità ridotta e in direzione perpendicolare alla spiaggia.
Se invece la costa è a scogliera, la distanza minima può essere anche inferiore. Al di là, non esistono limiti di velocità, salvo alcune eccezioni. La tutela dei bagnanti, infine, si limita di fatto, salvo casi eccezionali, come le gare di nuoto, alla fascia dei 200 metri dalla riva. Nessuna norma vieta di tuffarsi in mare aperto, ma a proprio rischio e pericolo: l’obbligo di segnalare la propria posizione con una boa riguarda solo i sub.