E’ stata vietata la balneazione in 28 spiagge della Riviera Romagnola a causa di un alta carica batterica presente nelle acqua. Le analisi condotte dall’Arpae sulla costa, infatti, hanno rilevato una concentrazione di escherichia coli superiore alla norma, probabilmente per il verificarsi di diversi fenomeni meteorologici, ideologici e marini contemporaneamente: temperatura dell’acqua molto elevata da settimana, con valori intorno ai 30° C.; prolungata assenza di ventilazione; scarso ricambio delle acque; mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano al mare a causa delle forte siccità.
Per ogni campione vengono controllati due parametri microbiologici: la presenza di escherichia coli (limite di 500 mpn/100 ml) e la presenza di enterococchi intestinali (limite di 200 mpn /100 ml). Il superamento dei limiti previsti dalla normativa, anche solo di un parametro, determina in automatico il divieto temporaneo della balneazione nei tratti di costa interessati. Entro il week-end, anche sulla base dei dati relativi a ulteriori campioni prelevati, si terrà un incontro al Comune di Rimini tra tutti gli enti e i soggetti interessanti per decidere eventuali misure da intraprendere.
La presenza di escherichia coli ed enterococchi intestinali è usata come indicatore della qualità del mare in tutte le coste italiane. La presenza di questi due tipi di batteri fecali è costantemente monitorata in tutta la Penisola. Alcuni ceppi possono causare infezioni anche gravi, soprattutto nei bambini. Di seguito i sintomi più comuni: diarrea, anche con sanguinamento; crampi addominali; nausea e vomito. La presenza di questi patogeni nell’acqua, senza un’elevata carica batterica, non causa in genere disturbi gravi. Ma è importante monitorarla per avere degli indicatori sulla contaminazione fecale dei mari e sulla presenza di virus, protozoi e altri batteri associati.