Ci sono aggiornamenti in merito alla caduta del razzo cinese “Lunga Marcia”, previsto nella tarda notte di domani. Secondo le previsioni, emerse in seguito alle misurazioni della Protezione Civile, non si possono ancora escludere tre differenti traiettorie verso l’Italia.
Queste ultime potrebbero interessare nello specifico il Centro Sud, in particolare Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia. Come è accaduto nel 2020 e nel 2021, anche quest’anno un componente del razzo cinese Lunga Marcia è in fase di caduta incontrollata verso la Terra.
L’impatto è previsto con un’incertezza di più o meno 15 ore, è nello specifico di un elemento del razzo cinese Lunga Marcia 5B, che il 24 luglio scorso ha portato in orbita il secondo modulo della stazione spaziale cinese Tiangong. Secondo il Centro statunitense per gli studi sulle orbite e il rientro dei detriti spaziali (Cords), il componente del razzo rimarrà probabilmente in volo per circa una settimana.
È però ancora presto per capire dove cadrà: l’area interessata dalla caduta dei detriti spaziali fino a poche ore fa era circoscritta all’Oceano Pacifico settentrionale, ma è impossibile avere dati certi fino a poche ore prima del rientro. Si prevede inoltre che il componente del razzo non brucerà completamente nell’atmosfera: “Ci aspettiamo che un frammento dalla massa compresa fra 5 e 9 tonnellate raggiunga il suolo”, rilevano gli esperti del Cords. Gli stadi principali della maggior parte dei razzi di classe orbitale sono progettati per scendere nell’atmosfera poco dopo il decollo, con una caduta guidata in mare o su sezioni di terraferma scarsamente popolate, oppure per effettuare atterraggi in modo da poter essere riutilizzati, come il Falcon 9 di Space X.
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“Il 60-70% degli stadi centrali dei razzi lanciati nello spazio sono soggetti a rientro incontrollato, ma di solito si tratta di oggetti molto più piccoli”, spiega all’ANSA Luciano Anselmo, ricercatore presso l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “Alessandro Faedo” del Cnr (Isti-Cnr) ed esperto in dinamica spaziale. “In questo caso invece si parla di circa 25 tonnellate – aggiunge Anselmo – è l’oggetto più massiccio che può rientrare senza controllo”. La parte del razzo che ricadrà sulla Terra, infatti, è lo stadio principale, cioè il cilindro centrale provvisto di due motori. “Normalmente questo stadio così grande non entra in orbita, ma ricade in mare in modo controllato subito dopo il lancio”, continua Luciano Anselmo. “Questa tipologia di missione, invece, ha richiesto che anche lo stadio principale entrasse in orbita, ponendo quindi il problema di cui si sta discutendo, perché non c’è possibilità di riaccendere i motori per guidare la caduta del razzo. Ed è un problema che si ripresenterà – dice ancora il ricercatore – con il lancio del terzo modulo necessario per la costruzione della stazione spaziale cinese Tiangong”.
Il componente del Lunga Marcia 5B ricadrà sulla Terra in modo incontrollato, come era accaduto anche nelle precedenti missioni: dopo il primo lancio avvenuto il 5 maggio 2020, lo stadio principale è caduto al largo della costa occidentale africana, mentre a maggio 2021 nell’Oceano Indiano. “È chiaro che la Cina non sta rispettando gli standard di responsabilità per quanto riguarda i loro detriti spaziali”, commenta Bill Nelson, amministratore della Nasa. “È fondamentale che la Cina e tutte le nazioni che viaggiano nello spazio, come anche le entità commerciali, agiscano in modo responsabile e trasparente – aggiunge Nelson – per garantire la sicurezza, la stabilità e la sostenibilità a lungo termine delle attività nello spazio”.
Foto repertorio Paolo Nespoli