Il timore che la Russia possa chiudere i rubinetti del gas è grande in tutti i paesi europei. Per questo motivo anche il governo italiano ha studiato un piano di emergenza, approvato ieri, che può scattare in caso di tagli alle forniture del gas. Tra le opzioni, ma al momento si parla solo di ipotesi, quella di abbassare di due gradi la temperatura dei climatizzatori (fino a 19 gradi per i termosifoni e a 27 gradi nel caso dei condizionatori estivi). Ma è prevista anche la riduzione dell’orario di accensione.
L’Italia dovrà rinunciare a 4-5 miliardi di metri cubi di gas dei poco più di 70 che consuma ogni anno. Un risparmio da concentrare nel periodo compreso tra il 1° agosto e il 31 marzo 2023, quindi tutto l’autunno, l’inverno e buona parte della primavera.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, si pensa di chiedere ai Comuni di spegnere fino al 40% dei lampioni. Nel caso più estremo, si potrebbe valutare l’ipotesi di chiudere gli uffici pubblici alle 17 e 30, i negozi alle 19 e i locali alle 23. Ogni Paese europeo sceglierà il metodo che più gli si addice entro settembre, quando dovrà presentare un piano nazionale.
Dopo settimane di trattative, quindi ieri i ministri dell’Energia dei Paesi dell’Unione europea hanno approvato il piano di emergenza. Un accordo che consentirà ai 27 membri di liberarsi sempre di più dalla dipendenza energetica dalla Russia. Il 15% di tagli inizialmente proposti, sono stati rimodellati Paese per Paese, a seconda di quanto gas esportano e di come sono interconnessi.