C’è una Bari che si impegna e c’è chi rema contro gli obiettivi di imprenditori e di uomini delle istituzioni. E così San Girolamo diventa il teatro dell’ennesimo atto vandalico. L’ennesimo in città, sia chiaro. In tutta la città. Che sia periferia o centro. La sensazione è che è un divertimento distruggere ciò che si costruisce a fatica. Giovanni Iurlo, proprietario della storica pescheria di famiglia, oggi diventato uno dei pochi ristoranti “vista mare” della città, non usa mezzi termini e dopo aver trovato la recinzione divelta sul tratto di spiaggia attigua al suo locale e a lui affidata, si lascia andare in un lungo post su Facebook.
“Raramente – scrive – sono solito affidare il mio pensiero a canali social anche perché il rischio di cadere in facili luoghi comuni e speculazioni è alto. Preferisco sempre misurarmi nel contatto diretto con la gente, perché credo profondamente nel potere del confronto. Questa volta, però, voglio fare un ringraziamento e poi provare a condividere una riflessione.
Sento l’esigenza innanzitutto – prosegue – di ringraziare pubblicamente Antonio Decaro e la sua amministrazione. Un’esigenza che trova occasione nel rilascio della concessione demaniale di un tratto di spiaggia attiguo a Spirito di Patate. Tale concessione rappresenta e rappresenterà un’ennesima possibilità di crescita non solo per noi, come attività, ma anche per il quartiere. L’anno prossimo sarà possibile avere un nuovo spazio dedicato alla movida che andrà ad inserirsi in un progetto di riqualificazione del Lungomare, ormai avviato da tempo dal nostro Sindaco, che ha dimostrato più volte di avere a cuore Bari in tutta la sua interezza, a partire da una visione più ampia delle periferie.
Per cui, superato anche il mio personale scetticismo iniziale, da un lato mi sembra doveroso ringraziare il primo cittadino che ha creduto in noi e nel nostro lavoro e dall’altro non posso nascondere la delusione che provo nel vedere certe immagini della scorsa notte di cui posto un video estratto dalle telecamere di sorveglianza. Una recinzione divelta, in totale spregio alla fatica, al denaro ed al lavoro altrui. Se non siamo noi per primi a valorizzare e ad aver cura di ciò che abbiamo – conclude – come possiamo davvero pretendere di migliorare il nostro quartiere e più in generale la nostra città?”.